VISITA GUIDATA ALLA CASINA DELLE CIVETTE

APPUNTAMENTO: DOMENICA 7 GENNAIO, H 15 IN VIA NOMENTANA 70, DAVANTI ALL'INGRESSO DI VILLA TORLONIA.

DURATA: 1 H 45'. LA GUIDA E' RICONOSCIBILE IN LOCO DAL CARTELLO ROMA BELLA. PRENOTAZIONE: OBBLIGATORIA VIA WHATSAPP dott.ssa Vittoria Morandi Tarabella cell. 3396798106, chiamando il n. tel. 0661661527 (attivo tutti i giorni h 8-20) o mail a: inforomabella@virgilio.it

Questa bellissima Villa sita nel cuore del quartiere Nomentano prende il nome dalla famiglia che la rese monumentale, i Torlonia. Successivamente divenne famosa per aver ospitato Benito Mussolini, al quale i Torlonia concessero l'uso della Villa come dimora.

I Torlonia erano una famiglia di origine francese; si stabilirono a Roma a metà del Settecento, commerciavano tessuti a Piazza di Spagna, e forti delle importanti relazioni sociali create grazie all'attività, aprirono una piccola banca, che fece moltiplicare le rendite della famiglia.

Giovanni fu il primo esponente a nascere a Roma ed a lui dobbiamo la prima fase di costruzione della Villa, inoltre fu una figura chiave durante il periodo della Repubblica Romana, in quanto, essendo di origini francesi, fungeva da intermediario tra lo Stato Pontificio e la Francia. La veloce ascesa economica della famiglia richiedeva una residenza di rappresentanza che fosse adeguata alle aspirazioni del casato. L'architetto che diede avvio al progetto fu Giuseppe Valadier. Venne portata a termine da Giovan Battista Cerretti, tra il 1832 al 1840.

Alla morte di Giovanni nel 1829, l'immenso patrimonio fu ereditato dai tre figli, ma il vero continuatore dell'opera fu il terzogenito Alessandro Torlonia, che mise in atto un grandioso programma edilizio, che aveva l'ambizione di eguagliare e superare in fasto e bellezza le più antiche ville romane. A questa fase risalgono i Falsi Ruderi, il Tempio di Saturno, la sistemazione del Casino Nobile e il Villino dei Principi, infine le Scuderie che vennero ricostruite in stile neogotico, secondo i gusti dell'epoca.

Nella parte sud della Villa invece Alessandro chiamò l'architetto Giuseppe Iappelli che disseminò l'area di edifici e arredi di gusto fantastico, quali la Capanna Svizzera, la Serra, la Torre Moresca e il Campo dei Tornei.

Queste scenografie fantastiche rappresentarono nell'ambiente romano una novità assoluta, per questo la Villa fu guardata con curiosità ma anche incomprensione. Abbellita e ampliata, divenne presto luogo di ritrovi mondani, venne inoltre aperta al pubblico secondo la tradizione ospitale delle ville romane. Negli ultimi anni della sua vita Alessandro si allontanò sempre di più dalla vita mondana, vendette la banca e si dedicò maggiormente ad opere di beneficenza. Erede e continuatore dei grandi progetti messi in atto da Alessandro, fu il nipote Giovanni Torlonia, che tentò di rilanciare il nome e il lustro della famiglia romana.

Il lavoro più considerevole fu la trasformazione della Capanna Svizzera che divenne la Casina delle Civette. L'architetto si ispirò a quei rifugi isolati, primitivi, caratteristici dell'arte romantica, nascosti dalla natura selvaggia, che ornavano i giardini all'inglese. Tale rimarrà fino al 1908 quando il principe Giovanni decise di farne la sua abitazione privata, abbandonando le fastose sale del palazzo. Giovanni Torlonia fu un personaggio particolare, ricordato per la sua scontrosità e misantropia, amante di simboli esoterici, che troveremo ripetuti all'interno delle decorazioni, quali la Civetta, uccello divinatorio per eccellenza perché in grado di vedere nel buio, nell'antica Grecia animale sacro ad Atena e poi per tutto il Medioevo associata alle streghe e all'occulto. È possibile che la presenza ripetuta di questo particolare uccello notturno sia associata alla malattia degli occhi che colpì il principe negli ultimi anni di vita.

Le funzioni di rappresentanza della Villa si ridussero poi progressivamente, e nel 1920 i Torlonia concessero l'uso abitativo della Villa a Mussolini, che non apportò modifiche particolari, costruì solo un bunker sotterraneo nelle catacombe ebraiche, scoperte un anno prima.

Nel dopoguerra cadde in uno stato di abbandono totale, fino al 1978, quando venne acquisita dal Comune di Roma che la restaurò completamente.

Nella nostra passeggiata ripercorreremo la storia della famiglia e la trasformazione della Villa nel tempo, visiteremo gli edifici più rappresentativi, allietandoci anche delle bellezze naturalistiche che il parco ancora oggi offre. Concluderemo la visita alla Casina delle Civette, che ospita un esemplare museo dedicato alla vetrata artistica, arricchito dai disegni e dai bozzetti preparatori degli artisti che diedero vita a queste meravigliose vetrate.

La visita guidata  è gratuita con l'associazione Roma Bella (ingressi a carico dei Soci). La tessera di iscrizione di Roma Bella (euro 15) si può fare anche sul posto, vale 12 mesi, consente di prendere parte ad un numero illimitato di iniziative culturali gratis.

(testo a cura dott.ssa Valentina Paolozzi)