IL GHETTO EBRAICO DI ROMA NELLA GIORNATA DELLA MEMORIA - 27 GENNAIO

APPUNTAMENTO: SABATO 27 GENNAIO 2024, H 10,30, DAVANTI ALLA BASILICA DI SAN BARTOLOMEO ALL'ISOLA TIBERINA; TERMINE A PIAZZA COSTAGUTI. DURATA: 1 H E 45'. LA GUIDA E' RICONOSCIBILE IN LOCO DAL CARTELLO ROMA BELLA

La Giornata della Memoria, il 27 gennaio, è il giorno in cui tutti noi ricordiamo le vittime dell'Olocausto, gli Ebrei imprigionati, seviziati e sterminati dal folle disegno di Hitler, che ha dato vita alla Shoah. Naturalmente non dobbiamo tralasciare che le vittime della Seconda Guerra Mondiale non furono soltanto limitate al popolo ebraico: nei famigerati campi di concentramento e sterminio nazisti vennero trucidati anche rom, omosessuali e persone comuni, incolpate senza alcun fondamento di avere comportamenti sociali "deviati". Ciò che è stato fatto al popolo ebraico deve avere valore di monito: la Giornata della Memoria, per far sì che fatti del genere non avvengano più.

Con questa premessa, vogliamo allora iniziare il nostro percorso all'interno del ghetto di Roma e della Sinagoga. Iniziamo dall'isola tiberina, che nel suo ospedale Fatebenefratelli durante il rastrellamento avvenuto il 16 ottobre 1943, accolse decine di fuggiaschi dal vicinissimo ghetto, salvati dalle deportazioni grazie al primario dell'ospedale, Giovanni Borromeo (insignito del titolo di Giusto delle Nazioni), che nascose gli Ebrei nei reparti e teneva lontane le ispezioni dei tedeschi dicendo loro che i malati erano colpiti da una grave malattia contagiosa, la Sindrome di K, del tutto inventata!

Superando il ponte Fabricio, chiamato Pons Judaeorum nel Medioevo, entriamo nel piccolo e suggestivo quartiere ebraico, il "Serraglio" istituito con la bolla Cum Nimis Absurdum da papa Paolo IV nel 1555 ed abolito soltanto con l'annessione di Roma al Regno d'Italia, nel 1870. Il Governo unitario volle cancellare la vergogna del ghetto papalino eliminandolo anche fisicamente dalla città, e radendolo al suolo per ricostruirlo secondo moderni criteri urbanistici, ma una parte considerevole, il settore che corrisponde a Via della Reginella fino a Piazza Mattei, ancora oggi si mostra intatto in tutto il suo fascino. Illustreremo il Portico di Ottavia, il vicino Teatro di Marcello, e poi ancora la bellissima Fontana delle Tartarughe in Piazza Mattei, Piazza Costaguti, Piazza delle Cinque Scole, il Tempietto della Madonna del Carmine e tanto altro.

Sui nostri passi incontreremo le Pietre d'inciampo (in tedesco Stolpersteine), una iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig per radicare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. L'iniziativa, attuata in molte città europee in cui sono avvenuti crimini a carico del popolo ebraico, consiste nell'inserire nel selciato delle città, di fronte alle ultime abitazioni delle vittime, delle piccole piastre in ottone che riportano sinteticamente nome, cognome, data di nascita, luogo e data di morte (se conosciuti) dei deportati.