LE ORIGINI DI TRASTEVERE

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La regione di Trastevere, situata sulla riva destra del fiume, limitata dal Gianicolo e, più a nord - ovest, dai Monti Vaticani, è una zona formata prevalentemente da depositi fluviali: sedimenti argillosi, ghiaiosi e sabbiosi. Le alture, invece, presentano la stessa formazione tufacea degli altri colli romani, solcate da numerosi torrenti che formavano stagni nelle parti più depresse della zona contribuendo ad originare un'aria insalubre corrotta dai miasmi e dalle naturali esalazioni. Infatti, i vari tratti delle strade della parte bassa della regione erano sopraelevati con opere murarie per consentire la praticabilità anche nei periodi di piena del fiume.

Proprio nella zona di San Crisogono, un lungo tratto della antica via Aurelia (attuali via della Lungarina e della Lungaretta) correva su un viadotto che consentiva alla strada di superare, in questo punto, una depressione del terreno nella quale si incanalavano sia le acque del fiume in momenti di piena, sia quelle provenienti dal vicino Gianicolo. Uno di questi corsi d'acqua poteva essere originato, ad esempio, dalla sorgente rinvenuta, all'interno di un sacello, al momento della costruzione del palazzo della Pubblica Istruzione.

Resti del viadotto costruito in opera quadrata di tufo dell'Aurelia Vetus sono stati rinvenuti nel 1889 presso l'attuale Piazza Sonnino, in occasione dei lavori per il collettore della sponda destra del fiume, e negli anni '40 durante la costruzione del palazzo in angolo tra Viale Trastevere e via della Lungaretta.

In antico tutto il territorio di Trastevere era genericamente chiamato Ripa Veientana e Litus Tuscum come riporta ad esempio Orazio (Carm. I, 2, 14): ciò era dovuto all'importanza politica e militare che il mondo etrusco esercitò per lungo tempo su tutta la zona. Soltanto con la presa di Veio da parte dei Romani nel 396 a.C., la riva destra del Tevere fu definitivamente sotto il controllo di Roma. Il Trastevere, XIV Regio Augustea e VII Regio Ecclesiastica, fu per la prima volta ufficialmente incluso entro la città soltanto in seguito alla riforma amministrativa di Roma operata da Augusto costituendo, appunto, la regione XIV chiamata Trans Tiberim. Fu compresa nel Pomerium, la cinta giuridico-sacrale che limitava l'abitato di Roma, probabilmente soltanto sotto Aureliano tra il 270 e il 275 d.C. Ciò avvenne certamente quando gran parte della regione fu racchiusa nella nuova cinta difensiva in laterizio che l'imperatore fece costruire e che si rendeva necessaria per le mutate condizioni politiche. Dopo più di otto secoli dalla costruzione delle vecchie Mura Serviane, Roma tornava a chiudersi in una cinta muraria che interessava tutte le regioni della città.

Il tratto delle mura aureliane del Trastevere, poco conservato rispetto alle altre regioni, formava una sorta di grande triangolo, comprendendo gran parte delle strutture portuali e commerciali della riva destra, la zona centrale più fittamente abitata nel quartiere, e giungeva fino alla sommità del Gianicolo. Nella cinta di Trastevere si aprivano tre porte in corrispondenza delle principali vie. A sud era la Porta Portuensis sulla via omonima che conduceva ai porti di Roma, Ostia e Portus; la struttura più antica, sostituita dall'attuale costruzione di Papa Innocenzo X (1644-1655), era spostata di alcune centinaia di metri verso la campagna. Ad ovest, sulla sommità del Gianicolo, era la porta Aurelia, attuale porta San Pancrazio, dalla quale usciva la via che collegava Roma con l'Etruria. L'ultima porta a nord, la Settimiana, si apriva su una strada (attuale via della Scala - via della Lungara) che, staccandosi dalla via Aurelia e costeggiando il fiume, portava alla zona del Vaticano. Quest'ultima via acquisterà particolare importanza a partire dal IV secolo d.C., con la costruzione della basilica di San Pietro.

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