passeggiare per la Garbatella

APPUNTAMENTO: DOMENICA 28 APRILE 2024, H 11 A PIAZZA BENEDETTO BRIN DAVANTI ALLA FONTANA. DURATA: 1 H E 30'. LA GUIDA E' RICONOSCIBILE IN LOCO DAL CARTELLO ROMA BELLA.

PRENOTAZIONE: OBBLIGATORIA VIA WHATSAPP dott.ssa Vittoria Morandi Tarabella cell. 3396798106, chiamando il n. tel. 0661661527 (attivo tutti i giorni h 8-20) o mail a: inforomabella@virgilio.it 


Passeggiare per la Garbatella è anche un'occasione per ripassare architettura e storia dell'arte. Il nostro viaggio comincia dal "pincetto" di piazza Benedetto Brin, una piazzetta con fontana al centro, attorno alla quale fu costruito il primo nucleo di casette economiche, che attraverso una scalinata degrada dolcemente sul quartiere industriale dei gazometri e dei mercati generali. Qui il 18 febbraio del 1920, il re Vittorio Emanuele III in una giornata di sole, pose la prima pietra della "Borgata Giardino Concordia". Così venne chiamata all'origine la Garbatella, forse per dare un messaggio di pace sociale in quegli anni di profondi conflitti di classe.

L'idea originaria fu di Paolo Orlando, assessore capitolino all'Agro, che fin dei primi anni del Novecento si era battuto, alla testa di alcuni comitati per la sviluppo marittimo e industriale di Roma, per dare una vocazione produttiva al quadrante sud della città attraverso lo sbocco al mare. Del suo progetto iniziale, quello di costruire una darsena sul Tevere, dietro la basilica di San Paolo, e un canale navigabile che costeggiasse il fiume fino ad Ostia, non rimane che questo piccolo borgo marinaro: 5 lotti per 44 villette, 190 alloggi in tutto, immersi nel verde, costruiti "su un aprico pianoro per dare sana e quieta stanza" alle maestranze del porto e degli opifici sottostanti.

La toponomastica della zona, dedicata esclusivamente ad ammiragli o industriali del settore metallurgico e navale, ricorda quella iniziale vocazione. I terreni espropriati dall'Ente per lo sviluppo marittimo industriale di Roma in liquidazione, furono ceduti all'Istituto Case Popolari, che per mano degli architetti Giovannoni e Piacentini, disegnarono il piano complessivo dell'insediamento edilizio: un'idea di Borgata Giardino, che rispettasse l'orografia del terreno, a carattere estensivo, con villini impreziositi da uno stile rustico tipico del tardo Medioevo, quello che viene chiamato il "barocchetto romano". L'edificio più importante e di grande mole di questo primo nucleo è il lotto 5, che come una quinta di un palcoscenico si affaccia sulla piazzetta. Sul lato destro dell'arco di entrata è situata la prima pietra in marmo con l'epigrafe della fondazione. Il progettista è Innocenzo Sabbatini, all'epoca giovane architetto dell'ICP, che ha disegnato gli edifici più importanti del quartiere. Di Plinio Marconi è la deliziosa scalinata d'ingresso alla borgata, unico collegamento con l'Ostiense e il centro della città raggiungibile allora con il tram. Dei lotti originari, progettati da Nori e Palmerini, rimangono solo il 2, il 3, il 5. I lotti 1 e 4, costruiti sugli attuali spazi verdi a destra e a sinistra della piazza, furono demoliti nei primi anni Cinquanta. Tutte le casette, mono e bifamiliari, disponevano di orto individuale dove gli inquilini potevano con coltivazioni di carattere familiare integrare il magro salario percepito in fabbrica. La comunità, come nelle "Garden Cities" inglesi ispirate agli ideali del socialismo utopistico di Owen, si procurava le merci all'ingrosso e le distribuiva ai soci attraverso una cooperativa di consumo, che aveva lo spaccio nella piazza centrale. La cooperativa, come tante altre, fu soppressa dal fascismo.

(G.Rivolta, Garbatella tra storia e leggenda, Iacobelli editore, pp. 17-18).