LA BASILICA DI SAN PIETRO IN VINCOLI ED IL MOSE' DI MICHELANGELO

APPUNTAMENTO: SABATO 9 MARZO 2024 H 11, DI FRONTE ALLA BASILICA DI SAN PIETRO IN VINCOLI. DURATA: 1 H. LA GUIDA E' RICONOSCIBILE IN LOCO DAL CARTELLO ROMA BELLA.

PRENOTAZIONE: OBBLIGATORIA VIA WHATSAPP dott.ssa Vittoria Morandi Tarabella cell. 3396798106, chiamando il n. tel. 0661661527 (attivo tutti i giorni h 8-20) o mail a: inforomabella@virgilio.it

La basilica di San Pietro in Vincoli si trova sul Colle Oppio nel Rione Monti. E' chiamata anche basilica Eudossiana dal nome della fondatrice, Licinia Eudossia, ed è famosa per la tomba di papa Giulio II Della Rovere, con il Mosè di Michelangelo Buonarroti.

Venne eretta nel 442, vicino alle Terme di Tito sull'Esquilino, da Licinia Eudossia, figlia di Teodosio II e moglie dell'imperatore Valentiniano III, al posto di un precedente luogo di culto denominato titulus apostolorum.

Sotto l'attuale chiesa è stata individuata una domus databile al III sec. d. C. in seguito demolita nella seconda metà del IV secolo, per far posto ad una spaziosa chiesa a pianta basilicale dedicata agli Apostoli, di cui era titolare il Presbitero Filippo, legato pontificio nominato da Papa Celestino I al Concilio di Efeso (431), il quale in un testo la menziona con il nome di "Ecclesia Apostolorum". La primitiva chiesa andò in rovina per cause non note, ma Filippo, con l'aiuto di Licinia Eudossia, la fece riedificare mantenendone le stesse dimensioni (m. 28 x m. 60 circa).

Secondo la ben nota tradizione, Elia Eudocia, madre di Eudossia, durante un pellegrinaggio in Palestina nel 442, ricevette in dono da Giovenale Patriarca di Gerusalemme le catene che avrebbero legato San Pietro durante la prigionia, a Gerusalemme, per ordine di Erode Agrippa. Elia Eudocia inviò la figlia Licinia Eudossia con tali catene a Roma.

Quando Licinia Eudossia mostrò le catene di Pietro a Papa Leone I, egli le accostò a quelle che erano già a Roma, in possesso del papa, e che a loro volta avevano incatenato Pietro nel Carcere Mamertino. Le due parti si unirono miracolosamente in modo irreversibile. A ricordo del miracolo, fu fatta costruire la nuova basilica.

Ai rifacimenti di papa Giulio II risale l'architettura odierna della basilica, con il portico d'ingresso, e la ristrutturazione del vicino convento. Il progetto del chiostro è attribuito da Giorgio Vasari a Giuliano da Sangallo. Il convento fu adibito, dopo l'unità d'Italia, a sede della Facoltà di Ingegneria della Sapienza.

Il bellissimo portico fu edificato su progetto di Baccio Pontelli, ed è formato da cinque archi sorretti da sei colonne ottagonali, chiuso da una cancellata di bronzo, i capitelli riportano lo stemma dei Della Rovere.

La navata centrale presenta volta a botte ribassata, ornata con i cassettoni da Francesco Fontana nel 1706. Il pavimento, distrutto nel 1956 per consentire gli scavi sotto la basilica, è di costruzione moderna.

Subito a sinistra dell'ingresso, è la tomba dei pittori fiorentini Antonio e Piero del Pollaiolo; all'inizio della navata sinistra è il monumento del Card. Niccolò Cusano, opera del 1465 di Andrea Bregno.

Il presbiterio attuale è opera di Virginio Vespignani (1876-1877). Del presbiterio antico resta solo l'altare centrale, realizzato nella ristrutturazione del 1465 commissionata dal card. Cusano.

L'altare in marmo mostra il reliquiario chiuso contenente l'urna delle Catene di San Pietro, realizzata nel 1856 da Andrea Busiri Vici.

Nel braccio del transetto destro, possiamo ammirare il famosissimo Mausoleo che doveva essere la tomba a parete di Papa Giulio II. Il pontefice incaricò dell'opera Michelangelo nel 1505, ma essa fu interrotta varie volte e il completamento si ebbe solo nel 1545, ovvero 32 anni dopo la morte di Giulio II. Il progetto iniziale di Michelangelo era molto più grande ed era in realtà destinato alla basilica vaticana. Lo scultore aveva previsto più di quaranta statue, che dovevano formare un complesso a forma di piramide in onore del papa. La versione che vediamo oggi, dopo ben sei modifiche, contempla sette statue, di cui solo una, il famoso Mosè, di Michelangelo. E' considerato una delle più alte opere della scultura rinascimentale; è alto 2 m. e 35 cm. La statua, che inizialmente era stata scolpita in posizione frontale, 25 anni dopo il suo completamento, fu modificata da Michelangelo, volgendone lo sguardo verso sinistra pare per distogliere lo sguardo dalle catene di Pietro. Per realizzare la miracolosa torsione della statua, ridusse il ginocchio sinistro per piegare all'indietro la gamba e ruotò a destra la barba per mancanza di marmo a sinistra. II naso fu ricavato dalla gota sinistra.

La visita guidata alla basilica di San Pietro in Vincoli con l'associazione culturale Roma Bella è gratis. La tessera di Socio (€15) si fa in loco, vale 12 mesi e consente di prendere parte gratis a un numero illimitato di attività culturali.