LE ERRATE DENOMINAZIONI DEI TEMPLI REPUBBLICANI DEL FORO BOARIO

Il tempio di Portunus al foro Boario è stato per molto tempo erroneamente denominato della Fortuna Virile e come tale ancora oggi molti lo conoscono. L'errore nacque quando i primi studiosi del XVI secolo, sulla scorta di una errata lettura degli autori greci e latini, lo identificarono con quello di Fors Fortuna, traducendolo in italiano con "fortuna virile". Tale denominazione risultava doppiamente sbagliata: innanzitutto perché il tempio di Fors Fortuna testimoniato dalle fonti era situato in Trastevere, in secondo luogo perché in latino Fors Fortuna significa "buona fortuna".

L'errore di traduzione era stato commesso in realtà molti secoli prima, da due scrittori greci. Dionigi di Alicarnasso e Plutarco, infatti, interpretarono male la denominazione "aedes Fortis Fortunae" credendo che il genitivo fortis derivasse dall'aggettivo fortis invece che dal sostantivo Fors e quindi lo tradussero in greco con andrèia che significa "forza, virilità". Gli studiosi che nel '500 lessero le loro opere tradussero correttamente andrèia dando origine all'assurda denominazione di "fortuna virile" con cui il tempio è stato noto per secoli e fino ai giorni nostri (bibliografia completa in Roma Archeologica, Itinerario n. 20, Elio de Rosa Editore, p. 57).

Il nome errato di "tempio di Vesta" attribuito al Tempio rotondo di Hercules Victor o Hercules Olivarius, eretto nel II secolo a.C., è invece più recente ed è semplicemente dovuto alla somiglianza con la forma circolare (che si ispira alla forma delle capanne laziali  protostoriche) dell'unico e autentico Tempio di Vesta esistente a Roma, quello (oggi ampiamente lacunoso) nel foro romano. Di un altro luogo di culto dedicato alla dea Vesta, noto dalle fonti come esistente nella casa di Augusto eretta sul Palatino a partire dal 36 a.C., non conosciamo né forma né dimensioni.