IL TEMPIO DI SATURNO, IL TEMPIO DELLA CONCORDIA E LA BASILICA AEMILIA

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Iniziato, secondo la tradizione, verso la fine dell'età regia e inaugurato agli inizi della Repubblica tra il 498 e il 496 avanti Cristo, il tempio di Saturno era uno dei più antichi santuari di Roma. L'aspetto attuale è però quello che esso assunse nel restauro della fine del terzo secolo dopo Cristo, a seguito di un incendio. All'interno del suo alto podio, in un apposito ambiente, era custodito l'Aerarium Publicum ossia il tesoro dello Stato. Ai piedi del tempio Augusto fece innalzare, nel 20 avanti Cristo, la colonna del Miliarium Aureum, attorno alla quale erano segnate con lettere di bronzo dorato le distanze tra Roma e le principali città dell'impero. In questo stesso punto, che era considerato il centro di Roma (Umbilicus Urbis), iniziava il Clivo Capitolino il quale, in prosecuzione della via Sacra, saliva sul Campidoglio fino al tempio di Giove passando davanti al tempio di Vespasiano e Tito, iniziato da Tito per il padre divinizzato, completato anche in suo onore dal fratello e successore Domiziano, e al portico degli Dei Consenti dove erano esposte, in sei coppie, le statue delle 12 maggiori divinità benevole dell'Olimpo.

Accanto al tempo di Vespasiano era il tempio della Concordia, addossato all'edificio del Tabularium, e attribuito a Furio Camillo che l'avrebbe fatto costruire nel 367 avanti Cristo, per ricordare l'avvenuta pacificazione tra Patrizi e Plebei a seguito della promulgazione delle Leggi Licinie Sextie. Più volte restaurato e infine ricostruito interamente da Tiberio, esso presentava la singolarità di avere la cella, preceduta da un pronao di sei colonne, disposta nel senso della lunghezza. Le fonti ricordano che il tempio ospitava numerose opere d'arte di autori celebri, specialmente greci, che lo avevano trasformato in un vero e proprio museo. Su questo lato, direttamente affacciata sulla piazza, era la tribuna dei Rostri, ornata con gli speroni di bronzo tolti alle navi dei Volsci alla fine del IV secolo avanti Cristo. Di fronte al tempio della Concordia l'arco di Settimio Severo, eretto nel 203 dopo Cristo dal Senato e dal Popolo Romano, ricorda l'imperatore che aveva esteso i confini dell'impero fino alla Mesopotamia, sottomettendo i Parti. Affacciata sulla piazza del foro, la Basilica Aemilia, l'unica superstite delle basiliche repubblicane, ne delimitava il lato settentrionale seguita, al di là dell'antichissima via dell'Argiletum, dalla Curia, oltre la quale ai piedi della poderosa Arce Capitolina, si trovava il carcere Mamertino.

La basilica Aemilia aveva lo scopo di offrire ai frequentatori del foro un accogliente luogo al coperto capace di ospitare durante la cattiva stagione almeno una parte delle funzioni che normalmente si svolgevano all'aperto, soprattutto quelle legate all'amministrazione della giustizia e la trattazione degli affari. La basilica Aemilia fu costruita nel 179 avanti Cristo dai censori Marco Emilio Lepido e Marco Fulvio Nobiliore, a ridosso di una fila di botteghe (tabernae) destinate ai banchieri. Più volte restaurata, essa finì per incorporare le botteghe nel suo portico al pianterreno, formato da una serie di 16 archi tra pilastri con semi-colonne e sormontato da un analogo portico al piano superiore. L'interno era suddiviso da file di colonne in quattro navate e aveva un ricco pavimento marmoreo realizzato da Ottaviano Augusto. Su questo pavimento restano ancora le tracce dell'incendio che distrusse la basilica nel 410 dopo Cristo durante il saccheggio di Roma compiuto dai Visigoti di Alarico. Davanti alla sua gradinata un piccolo sacello rotondo era dedicato a Venere Cloacina, la divinità della Cloaca Maxima che scorre proprio qui sotto: presso di esso sarebbe avvenuta la pacificazione e la purificazione dei soldati Romani e di quelli Sabini dopo la battaglia combattuta nel foro a seguito del famoso Ratto delle Sabine.