L'ODIERNO RIONE CAMPO MARZIO IN RELAZIONE ALLA TOPOGRAFIA ANTICA

Il nome del rione deriva dalla definizione di "Campo Marzio" che in epoca romana designava una vasta pianura, di proprietà del demanio pubblico, destinata prevalentemente alle attività militari e pertanto dedicata al dio Marte. L'antico Campo Marzio occupava un'area assai più ampia rispetto all'odierno rione e infatti oggi è compreso nel territorio di rioni diversi. Questa parte del Campo Marzio era compresa nella VII Regio augustea ed era attraversata dalla via Flaminia, il suo abitato giungeva all'incirca all'altezza dell'odierna via della Vite, mentre al di là si estendevano orti e sepolcreti.

Il massimo sviluppo si raggiunse con l'imperatore Augusto che vi edificò il suo mausoleo, mentre suo genero Marco Vipsanio Agrippa realizzava nel 19 a.C. l'acquedotto Vergine, che ancora oggi rifornisce il rione. Nel Medioevo si ebbe una radicale diminuzione dell'abitato, pur rimanendo vivi alcuni centri devozionali, come la chiesa di Santa Maria del Popolo, e commerciali, come la riva del Tevere, punto di smistamento delle merci che giungevano via fiume. Ma la vera ripresa urbanistica del rione si avrà solo con il Rinascimento, quando alcuni pontefici avvieranno la trasformazione in prestigioso quartiere abitativo, stimolati dalla collocazione strategica rispetto al percorso dei pellegrini che giungevano a Roma da nord.

Uno di questi interventi fu la creazione del cosiddetto Tridente, il triplice asse viario compiuto affiancando l'antica Via Lata, la via Leonina, realizzata da Leone X, e la via Clementina Paolina Trifaria, realizzata da Clemente VII e Paolo III. Dal 1400 alla fine del 1800 il rione ospitò durante il carnevale la famosa corsa dei Barberi d'Arabia, i cavalli semi addomesticati, che percorrevano al galoppo la via del Corso partendo da piazza del Popolo.

Dominata dalla chiesa della Trinità dei Monti, voluta dal re di Francia Luigi XII, Piazza di Spagna si chiamò a lungo "platea trinitatis", mutando poi il nome in Piazza di Spagna per la presenza del palazzo Monaldeschi che accolse l'ambasciata spagnola. La zona fu quindi sempre caratterizzata dal confronto fra le due grandi potenze europee: la francese e la spagnola. Il quartiere fu abitato da numerose comunità straniere, Greci, Borgognoni, Dalmati, Lombardi, e da molti artisti, tra i quali Rubens e Poussin. La via dei Condotti, così definita per il passaggio delle condutture sotterranee dell'acqua Vergine, ospita il settecentesco Caffè Greco, dove ancora oggi gli artisti e gli intellettuali si danno convegno. Il collegamento tra Piazza di Spagna e la Trinità dei Monti fu attuato nel '700 con la scenografica scalinata capolavoro di Francesco De Santis.