L'ALTORILIEVO DEL TEMPIO "A" DI PYRGI PRESSO SANTA SEVERA
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Una delle sale del nuovo allestimento del Museo Etrusco di Villa Giulia mostra i reperti provenienti dal Santuario di Pyrgi (greco Pyrgoi, latino Pyrgi), il porto dell'antica Cerveteri, ritrovato sul litorale a sud del castello di Santa Severa, a circa 45 km a nord di Roma, grazie alle ricerche condotte dalla Cattedra di Etruscologia ed Antichità Italiche dell'Università La Sapienza di Roma. Il santuario emporico, frequentato da etruschi, greci, fenici e poi romani, era uno dei più importanti dell'Etruria, ed era famoso nel mondo antico in quanto vi si praticava, tra gli altri cerimoniali, la Jerodoulìa, ovvero la prostituzione sacra.
Sulla sinistra della sala troviamo alcuni elementi architettonici del tempio "B", in particolare le decorazioni ad altorilievo delle placche frontonali in terracotta, una delle quali raffigura l'impresa di Ercole contro l'Idra di Lerna. Alla fase del tempio B sono riferibili le celebri lamine d'oro rinvenute nella cosiddetta "area C", dove furono sepolte nel III secolo a.C.
Del tempio "A", intitolato a Leucotea-Ilizia, (etrusca Uni), sono in mostra alcuni elementi decorativi di eccezionale importanza, in particolare l'altorilievo in terracotta policroma che in origine ornava il frontone sul lato posteriore del tempio, databile verso il 460 a.C.
L'altorilievo mostra due momenti distinti fra i più drammatici della saga dei Sette contro Tebe: un episodio, in primo piano, raffigura il duello fatale fra Tideo e Melanippo alla presenza di Atena che, inorridita per la ferocia di Tideo che divora il cervello del rivale ucciso, si ritrae negando all'eroe, suo prediletto, il dono dell'immortalità, contenuto in un'ampolla che ella regge in mano. L'altro episodio vede Zeus scagliare il suo fulmine contro Capaneo, anch'egli colpevole di "hùbris" (superbia) avendo tentato di assaltare le mura di Tebe con una scala, innalzandosi più in alto degli dèi stessi.