L'ACQUEDOTTO VERGINE (19 a.C.)

L'acqua Vergine (Aqua Virgo) entrò per la prima volta a Roma il 19 giugno del 19 a.C., festa delle Vestalia ad Janum. L'acquedotto, voluto da Marco Vipsanio Agrippa e in funzione ancora oggi, salvo lievi variazioni segue il percorso originario. La sua acqua è sempre stata tenuta in grande considerazione per le qualità organolettiche e per l'assenza di calcare. Le sorgenti sono identificate con quelle del moderno acquedotto: l'area che apparteneva all'Agro Lucullano, e che oggi corrisponde alla Tenuta di Salone, presso il Casale di Salone. La zona era paludosa e per raccogliere le molteplici scaturigini che costituivano la sorgente fu necessario l'innalzamento di paratie in calcestruzzo. Inoltre, anche poco oltre il nucleo principale delle sorgenti, il condotto si arricchiva di altre captazioni. Del bacino di raccolta si potevano vedere fino a qualche decennio fa cospicue tracce.

La conservazione dell'acquedotto è dovuta al fatto che le sorgenti si trovano a circa 24 m s.l.m., quindi lo speco era quasi tutto sotterraneo. Seguiva un tortuoso percorso, della lunghezza di quasi 19 chilometri; il termine aveva una modesta differenza di quota con la sorgente, di soli m. 5,69.

Il Corsetti descrive sommariamente il percorso: attraversata la Tenuta della Rustica e Tor Sapienza, procedendo parallelamente alla Via Collatina, il condotto piega decisamente a destra attraverso la Tenuta di Pietralata. Taglia via Nomentana, attraversa i Parioli (dove nel 1555 fu aperta una derivazione da Papa Giulio III per il suo Ninfeo di Villa Giulia), passa per Villa Borghese per giungere infine al Pincio, sotto Villa Medici. Presso quest'ultima villa si può scendere nello speco tramite un'antica e spettacolare scala a chiocciola.

La prosecuzione dello speco sotterraneo, con le guide in travertino per lo scorrimento delle paratoie, si può vedere sotto il Collegio Nazareno, nell'attuale Via del Nazareno. Presso la salita di San Sebastianello, dietro Piazza di Spagna, entra in una piscina limaria edificata in un'epoca successiva a quella di Frontino, perché nel suo trattato sugli acquedotti lo scrittore non la menziona. Dopo la piscina limaria del Pincio, tra l'attuale via Due Macelli e via del Nazareno, avevano origine le arcate che avanzavano per 1 km, passando attraverso l'odierna Fontana di Trevi e terminando presso i Saepta Julia, accanto al Pantheon, dove venne alzata la mostra dell'acqua, in prossimità della attuale Chiesa di Sant'Ignazio. La portata dell'acquedotto era al castellum aquae terminale di 2504 quinarie, ovvero 1202 litri al secondo, per un totale di 103.916 metri cubi giornalieri.

PER LA VISITA GUIDATA SOTTERRANEA AL CASTELLUM AQUAE DELL'ACQUEDOTTO VERGINE, PRESSO LA FONTANA DI TREVI, CHIAMACI AL N. 0661661527, OPPURE SCRIVICI A inforomabella@virgilio.it, oppure compila il form sotto.