RIONE REGOLA
VISITA GUIDATA DEL RIONE REGOLA
APPUNTAMENTO: DOMENICA 22 OTTOBRE 2023 H 10,30: A PIAZZA DEI CALCARI, LATO TORRE DEL PAPITO. durata 1 H E 45'. LA GUIDA E' RICONOSCIBILE IN LOCO DAL CARTELLO ROMA BELLA.
PRENOTAZIONE: OBBLIGATORIA VIA WHATSAPP dott.ssa Vittoria Morandi Tarabella cell. 3396798106, chiamando il n. tel. 0661661527 (attivo tutti i giorni h 8-20) o mail a: inforomabella@virgilio.it
Il nome Regola è una corruzione del nome Arenula, l'asse viario che attualmente delimita il rione a sud est e che da Largo Argentina conduce a Ponte Garibaldi. L'area oggi occupata dal Rione Regola al tempo della Roma Imperiale apparteneva alla IX Regio ed era abitata da commercianti ed artigiani, molti dei quali legati alle attività fluviali. L'area inoltre ospitava il trigarium, un piccolo ippodromo dove gli aurighi si preparavano prima delle gare nel Circo Massimo correndo su bighe trainate da tre cavalli. Il Trigarium sorgeva all'altezza di Via Giulia e parallelo al corso del Tevere. Il Rione Regola nel corso del Medioevo mantenne la sua vocazione commerciale e artigianale. Nella zona avevano le loro botteghe i tintori, i mugnai, i cordai, i conciatori di pelli, ecc. Strettamente legata all'attività della macellazione dei bovini è una delle ricette più importanti della cucina romana, la "coda alla vaccinara" nata proprio qui nel rione Regola.
Il percorso inizia dalle cosiddette Case di San Paolo. Si tratta di costruzioni medievali che, secondo la tradizione, sorgerebbero nel luogo dove in precedenza era ubicata l'abitazione dove San Paolo avrebbe vissuto durante il suo breve soggiorno romano. Secondo un'altra fonte, Paolo avrebbe vissuto in una casa dove poi sarebbe stata costruita la vicina Chiesa di San Paolo alla Regola. Le cosiddette Case di San Paolo sono un complesso risalente alla fine del XIII secolo. Rischiarono di essere distrutti nei primi anni del XX secolo durante la costruzione del Ministero di Grazie e Giustizia ma grazie all'intervento dell'associazione "gli amici dei Monumenti" furono salvati anche se inglobati nell'edificio ministeriale. Nel 1938 la Sovrintendenza ha provveduto a un discusso restauro del complesso che ha portato alla rimozione dell'intonaco esterno per riportare il tutto alle forme medievali.
A pochi metri dalle Case si trova la Chiesa di San Paolo alla Regola. L'edificio sorge nel luogo di precedenti costruzioni, utilizzate probabilmente come magazzini. Un primitivo oratorio fu trasformato in chiesa dedicata a San Cesareo nel IV secolo. La chiesa, oggetto di successive modifiche ed ampliamenti, sarà ricostruita nel corso del XVII secolo. L'interno della chiesa si presenta con un pianta a croce greca sormontata da una cupola e con quattro cappelle agli angoli.
Palazzo Specchi è un edificio del XVI secolo oggi di proprietà comunale che ospita al suo interno la Biblioteca Centrale per Ragazzi al primo piano e abitazioni private ai piani superiori. Tra il 1978 e il 1982 il palazzo è stato oggetto di restauri che hanno permesso di individuare sotto di esso i resti di alcuni edifici la cui datazione va dall'epoca romana imperiale al XIII secolo. Si tratta di edifici relativi ad un complesso di magazzini, probabilmente gli Horrea Vespasiani, risalenti al tempo dell'imperatore Domiziano (81-96 d.C.), connessi con le attività portuali e commerciali che si svolgevano sul Tevere. Sono ancora visibili due ambienti realizzati in opera laterizia e due stanze con pavimentazione a mosaico.
Gli ambienti erano disposti su strade parallele al Tevere. In età severiana (inizio III secolo d.C.) si effettuò una ristrutturazione del complesso, durante la quale vennero costruiti nuovi magazzini, ampie aule e case di abitazione, che portarono le strutture fino a quattro piani di altezza. Nel XII secolo sulle strutture romane venne costruita una casa-torre, tuttora visibile dietro Palazzo Specchi.
Su Via Capodiferro si affaccia Palazzo Spada che è, insieme a Palazzo Farnese, uno dei più importanti del Rione Regola. Fu costruito per il cardinale Girolamo Recanati Capodiferro nel 1540 ma nel 1632 sarà acquistato dal cardinale Bernardino Spada e fatto ristrutturare da Francesco Borromini che tra le altre cose realizzò qui uno dei suoi capolavori: la galleria con falsa prospettiva che da accesso all'androne. La facciata del palazzo è una delle più riccamente decorate del Rinascimento romano. Il piano nobile presenta all'interno di nicchie statue di imperatori e condottieri romani (es. Traiano, Pompeo, Romolo, Cesare, Augusto, ecc.) di cui nella parte alta vengono riportate le imprese all'interno di lapidi. Nel cortile sono collocate altre statue classiche (Ercole, Marte, Venere, ecc.) L'edificio è attualmente sede del Consiglio di Stato, inoltre ospita al suo interno anche la celebre Galleria Spada che comprende una collezione di opere d'arte distribuita in 4 sale. Si tratta di opere pittoriche di artisti celebri quali Guido Reni, Tiziano, Guercino, Caravaggio, Domenichino, Annibale Carracci ed altri. In uno degli ambienti del primo piano del palazzo è conservata una colossale statua di Pompeo Magno che si ritiene essere quella davanti alla quale cadde morente Giulio Cesare alle Idi di Marzo del 44 a.C.
E giungiamo a Piazza Farnese, luogo che prende il nome dall'imponente palazzo omonimo. L'edificio fu voluto dal cardinale Alessandro Farnese (futuro papa Paolo III) che ne commissionò il progetto e la realizzazione ad Antonio da Sangallo il Giovane. I lavori per la sua costruzione iniziarono nel 1514, interrotti nel 1527 con il Sacco di Roma, saranno ripresi solo nel 1541 quando Alessandro Farnese salì al soglio pontificio. Il progetto venne ripreso dal Sangallo che li seguirà fino alla morte avvenuta nel 1546. Al posto del Sangallo subentrerà Michelangelo a cui si deve la realizzazione del balcone sopra l'ingresso, il cornicione in alto e la sistemazione del cortile interno. Sempre a Michelangelo si deve il progetto di un passetto che avrebbe nelle intenzioni collegato il Palazzo con Villa Farnesina a Trastevere. Questo non venne realizzato a causa della morte del papa, resta solo un tronco che attraversa Via Giulia, alle spalle del palazzo. Ulteriori interventi al palazzo si ebbero in seguito per volere del cardinale Alessandro Farnese junior che incaricò dei lavori Giacomo della Porta. Il completamento del palazzo avverrà nel 1589. Nel XVIII secolo il palazzo diventerà proprietà dei Borbone di Napoli (eredi dei Farnese) e vi risiederà tra il 1860 e il 1863 Francesco II di Napoli dopo la perdita del suo regno. Nello stesso periodo una parte del palazzo sarà concessa in affitto al governo francese che vi trasferì la propria ambasciata. La Francia acquisterà il palazzo nel 1911 ma l'Italia lo riacquisterà nel 1936 concedendolo in locazione per 99 anni allo stato francese.
Per la costruzione del palazzo vennero utilizzati marmi prelevati da Ostia Antica e dal Tempio del Sole di Aureliano, il travertino dalle cave di Tivoli e il legno utilizzato per le travi interne dai boschi della Carnia. La decorazione interna venne affidata ad alcuni dei maggiori artisti del Rinascimento: Daniele da Volterra, Francesco Salviati e Taddeo Zuccari (quest'ultimo attivo anche a Caprarola), Annibale ed Agostino Carracci (a cui si devono le decorazioni nel cd "camerino Farnese" nella galleria). Il palazzo ha custodito per molto tempo straordinari capolavori di arte classica come l'Ercole Farnese che in seguito Carlo di Borbone porterà a Napoli con il resto della Collezione Farnese. Il Palazzo Farnese si affaccia su una piazza nella quale troviamo due fontane. Si tratta di due vasche in granito egizio provenienti dalle Terme di Caracalla. Le due vasche, inizialmente collocate davanti la Basilica di San Marco per volere di papa Paolo II Barbo, furono trasportate in Piazza Farnese rispettivamente nel 1545 e nel 1580. Inizialmente concepite come strutture ornamentali saranno adattate a fontane solo nel 1626 dopo essere state allacciate all'acquedotto dell'Acqua Paola. Piazza Farnese fu utilizzata per molto tempo come teatro per tornei, corride e feste popolari. Inoltre fu la prima piazza di Roma che in età moderna divenne oggetto degli allagamenti nel periodo estivo.
E concludiamo il percorso guidato con una delle piazze più celebri di Roma, Campo dei Fiori.
Il luogo prende il nome dalla presenza, in passato, di un vasto prato fiorito e orti che ornava la piazza. A quel tempo Campo dei Fiori era delimitato da un lato da una serie di palazzetti appartenenti alla famiglia Orsini mentre dall'altro era aperto verso il Tevere. La piazza subirà un processo di urbanizzazione a partire dalla seconda metà del XV secolo, inoltre essa diventerà sede di attività culturali e commerciali:si ricorda la "Locanda della Vacca" gestita da Vannozza Cattanei, amante di papa Alessandro VII Borgia e madre di Lucrezia e Cesare. Il palazzo che ospitava la locanda si trova ancora oggi ( e con tanto di stemma gentilizio dei Cattanei) all'inizio del vicolo del Gallo, sul lato sud-ovest della piazza. Campo dei Fiori a partire dalla seconda metà del XIX secolo è diventato anche sede del mercato della frutta che in precedenza si svolgeva soltanto a Piazza Navona. Da allora il mercato è rimasto sempre in attività. Oltre all'attività commerciale, la piazza è stata teatro in passato di condanne ed esecuzioni capitali. A ricordo di questa cupa fase storica c'è la statua posta al centro della piazza raffigurante Giordano Bruno, il frate domenicano arso vivo il 17 febbraio del 1760. La statua fu realizzata dallo scultore Ettore Ferrari e venne inaugurata il 9 giugno 1889 non senza polemiche. Nel basamento della statua sono visibili dei medaglioni posti sopra dei festoni a rilievo con la rappresentazione di alcuni intellettuali che in passato hanno sfidato il potere delle chiesa. Tra di essi troviamo Paolo Sarpi, Tommaso Campanella, Aonio Paleario e Michele Serveto, Jan Hus, John Wycliff, Pietro Ramo, Giulio Cesare Vanini (con sotto l'effige di Martin Lutero). La statua è collocato dove in precedenza era posta una fontana detta "della Terrina" che dal 1924 è stata spostata in piazza della Chiesa Nuova. Questa fontana aveva una vasca ovale e nella parte superiore un coperchio ricurvo con al centro una palla. Sempre sul coperchio era riportata un'iscrizione: "Ama Dio e non fallire, da del bene e lascia dire". (testo a cura del Dott. Luca di Cocco)
La visita guidata del Rione Regola è gratis per i Soci della Associazione Culturale Roma Bella. La tessera di Socio (€15) si fa in loco, vale 12 mesi e consente di prendere parte gratis a un numero illimitato di attività culturali.