OSTIA ANTICA NEL SUO CONTESTO TERRITORIALE

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I resti dell'antica Ostia si inseriscono in un contesto geografico e territoriale molto diverso da quello antico: infatti in età romana il Tevere costeggiava il lato settentrionale dell'abitato, mentre ora sfiora solo in minima parte un tratto del settore occidentale, essendo stato il suo letto trascinato a valle da una rovinosa e famosa alluvione, nel 1557.

Inoltre la linea di costa, in origine vicino alla città, risulta attualmente distante circa 4 km, per l'avanzata della terraferma dovuta ai detriti lasciati dal fiume negli ultimi 2000 anni. Ostia era quindi una città sorta con un suo porto fluviale sul mare e al contempo sul fiume, e questa sua particolare posizione ne determinò l'importanza attraverso i secoli sotto il profilo strategico-militare e sotto quello economico.

Una antica tradizione ne attribuiva la fondazione al quarto re di Roma, Anco Marzio, intorno al 616 a.C., per lo sfruttamento delle saline alla foce del Tevere (da cui il nome Ostia, dal latino Ostium = imboccatura). Comunque, i resti più antichi sono rappresentati da un fortilizio (Castrum) in blocchi di tufo, costruito dai coloni romani nella seconda metà del IV secolo a.C. con scopi esclusivamente militari, per il controllo della foce del Tevere e della costa laziale.

Successivamente, soprattutto dopo il II secolo a.C., quando Roma aveva ormai il predominio su tutto il Mediterraneo, comincia a venir meno la funzione militare della città, destinata a diventare in poco tempo il principale emporio commerciale della capitale. Ma l'inadeguatezza del suo piccolo porto fluviale resa necessaria la costruzione dei grandi impianti portuali più a nord della foce del fiume, nell'arco dei primi due secoli dell'era volgare: prima con l'imperatore Claudio e poi con Traiano. Da allora Ostia vide aumentare la propria importanza, specialmente nel II secolo d.C., quando ospitava una popolazione di circa 50.000 abitanti ed era dotata di edifici e strutture direttamente o indirettamente collegate alle attività commerciali dei porti.

Dalla fine del III secolo d.C., sia per la generale crisi dell'impero sia per la accresciuta importanza del porto di Traiano, iniziò il lento declino che, nel giro di due secoli, portò all'abbandono della città. L'abitato, delimitato dalla cinta muraria la cui costruzione fu promossa da Cicerone verso la metà del I secolo a.C., era organizzato su due principali assi stradali ortogonali: il decumano massimo, su cui si affacciavano edifici principali (Horrea, cioè magazzini, terme, teatro, etc.), ed il cardine massimo, che si incrociavano nel punto nevralgico principale della città: il Foro Ostiense.