I LUOGHI DI CULTO CRISTIANI A ROMA NEL VI SECOLO

Alla vigilia della guerra greco-gotica, Papa Felice IV trasforma in chiesa, dedicata ai martiri siriani Cosma e Damiano, l'aula del "Forum Pacis, in loco qui appellatur via Sacra iuxta templum Urbis Romae", come precisa il biografo del Liber Pontificalis, consapevole dell'importanza di una tale posizione topografica.

Con la realizzazione della basilica dei Santi Cosma e Damiano iniziava, infatti, l'occupazione cristiana dell'antico centro politico della città, il foro romano. La realizzazione della basilica non comportò la necessità di interventi di strutturazione: la nuova destinazione dell'aula fu qualificata soltanto dalla decorazione, di cui si conserva il superbo mosaico del catino absidale.

La basilica si affacciava sulla via Sacra mediante un ingresso monumentale, ricavato in un tempio a pianta circolare, il cosiddetto Tempio di Romolo, in realtà recentemente ritenuto santuario dinastico di Massenzio, poi, forse, trasformato da Costantino in tempio di Giove Statore.

A parte l'eccezione del Titulus Clementis, era la prima volta dal tempo di Costantino che da parte della Chiesa venivano utilizzati edifici pubblici per ricavare nuove aule di culto. Quasi contemporaneamente, nella prima metà del VI secolo, un oratorio dedicato alla Vergine veniva istituito all'angolo nord-ovest del Palatino, in un edificio ritenuto biblioteca della domus Tiberiana, di cui venivano utilizzati due cortili porticati, per l'aula di culto e per l'atrio, e altri ambienti per la zona presbiteriale: è la chiesa di Santa Maria Antiqua, così chiamata per l'icona della Vergine, forse proveniente dal palazzo imperiale del Palatino, conservata nella chiesa fino al suo trasferimento in Santa Maria Nova.

Con l'appellativo di "antiqua" la chiesa è ricordata per la prima volta, all'inizio dell'VIII secolo, nella biografia di Giovanni VII, che provvide alla sua decorazione.