I NUCLEI TEMATICI ED IL LINGUAGGIO STILISTICO NELLE PITTURE DI TARQUINIA

Nel repertorio ornamentale i momenti dei riti funebri si intrecciano e si alternano a episodi della vita terrena del defunto. L'interpretazione di molti programmi decorativi divide ancora di studiosi, poiché alle letture in chiave realistica, seguita a lungo in passato, sono ora affiancate raffinate proposte esegetiche in chiave funeraria che tentano una lettura complessiva dei dipinti, valorizzandone la collocazione tombale e cercando una connessione con le tendenze culturali delle aristocrazie greche note dalle testimonianze letterarie. In molti cicli emerge comunque la volontà dell'artista e del committente di far trapelare allusioni sia alla società dei vivi sia al mondo dei morti, in un contrasto proposto di continuo che costituisce una delle chiavi di lettura più efficaci della pittura tarquiniese.

Nell'unica tomba con soggetto mitologico signora nota in epoca arcaica, quella dei Tori (540 a.C.), venne scelto un tema tratto dall'epica omerica come l'agguato mortale teso da Achille a Troilo, il più giovane dei figli di Priamo, di cui, a prescindere dai richiami che cela con le scene di sacrificio, non sfugge di certo la connotazione funeraria. I singoli dettagli impiegati per i motivi accessori che integrano il fregio rivelano i debiti dell'artista verso la ceramica greco-orientale, in particolare quella detta convenzionalmente pontica.

Maggiormente articolato risulta il programma decorativo della tomba degli Auguri, le cui pareti raffigurano i diversi episodi dei rituali funebri e dei giochi che vi erano connessi. Il defunto, contraddistinto come nobile da una toga purpurea e da una sella curule, assiste ad un incontro di lotta tra due atleti e ad un altro gioco crudele, che prelude ai futuri combattimenti gladiatori nelle arene di Roma. Il personaggio maschile in costume, definito phersu da un'iscrizione, tiene all'estremità un lungo guinzaglio, con il quale ostacola i movimenti di un uomo con la testa avvolta in un sacco, che cerca di afferrare l'altra estremità della fune, per immobilizzare un molosso, dal quale viene morso alle gambe, e cercare di colpirlo con una clava. L'esito del gioco prevedeva un solo vincitore, come si desume dalla raffigurazione del solo phersu sulla parete opposta.

Strettamente connessa alla tomba degli Auguri per il tema della cifra stilistica appare quella dei Giocolieri (530 a.C.). Tra le altre scene si riesce a identificare la figura del defunto, seduto sulla sella curule e vestito di toga purpurea, immaginato come uno spettatore di giochi allestiti in occasione delle proprie esequie. Il significato degli attributi raffigurati in questi dipinti è precisato da un noto passo dello storico greco Polibio, vissuto a Roma nel II secolo a.C., che descrive le cerimonie funebri degli aristocratici romani.

(testo da: A. Naso, La pittura etrusca, Roma 2005, pp. 27-28).

APPROFONDISCI: LA TECNICA DI ESECUZIONE DELLE PITTURE FUNERARIE ETRUSCHE