LE LAMINE D'ORO DAL SANTUARIO ETRUSCO DI PYRGI PRESSO SANTA SEVERA

Le Lamine di Pyrgi sono un celebre testo epigrafico etrusco inciso su tre fogli di lamina d'oro, di enorme valenza per conoscere la storia e la lingua del popolo etrusco. Le copie galvanostegiche sono esposte nella sala del Museo di Villa Giulia dedicata al santuario emporico di Pyrgi (odierna Santa Severa, a nord di Roma), mentre gli originali sono custoditi nelle casseforti della Banca d'Italia, a Palazzo Antonelli.

Furono rinvenute nel 1964 nel corso degli scavi diretti da Massimo Pallottino presso il cosiddetto "Tempio B" del santuario di Pyrgi. La città sulla costa tirrenica era uno dei porti di Caere (l'odierna Cerveteri) e in età arcaica costituiva uno dei più importanti scali per il commercio navale nel Mediterraneo. Aveva una vasta area cultuale con due templi di rilevanza internazionale frequentati da Etruschi, Cartaginesi e Greci: uno della fine del VI secolo a.C. consacrato a Uni/Astarte (denominato Tempio B nell'area di scavi) e uno della prima metà del V secolo a.C. dedicato a Thesan/Leucotea (Tempio A).

Le tre lamine furono trovate arrotolate e accuratamente riposte dentro una sorta di cassetta fatta con lastre di terracotta. Si datano alla fine del VI o all'inizio del V secolo a.C. e riportano un testo in lingua fenicia e due in lingua etrusca. Il contenuto dei testi è di carattere religioso: essi testimoniano la avvenuta consacrazione del tempio B alla dea Uni assimilata alla dea fenicia Astarte, ad opera di Thefarie Velianas, lucumone della città di Caere. Non si possono considerare a tutti gli effetti una vera bilingue, poiché non vi è corrispondenza esatta tra i testi etruschi e quello fenicio-punico: l'epigrafe in fenicio sembra esporre le motivazioni della consacrazione del tempio da parte di Thefarie Velianas che intende rende omaggio alla dea, mentre l'epigrafe in etrusco si concentra più sugli aspetti prettamente rituali.

Pur non essendo in nessun modo comparabili alla famosa Stele di Rosetta, l'iscrizione bilingue che consentì grazie alla perfetta corrispondenza dei testi geroglifico, demotico e greco, la quasi totale decifrazione dei geroglifici egizi, le lamine di Pyrgi hanno consentito agli etruscologi un sensibile miglioramento della comprensione della lingua etrusca.

Da un punto di vista storico, le lamine nel loro insieme sono prova del grado di influenza politica e culturale degli Etruschi durante il VI sec. a.C., con il personaggio citato, Thefarie Velianas, al centro di un sistema di alleanze strategiche aventi da ultimo lo scopo di arginare l'espansione greca nel Mar Tirreno. Ciò si può collegare dal punto di vista storico-politico con la tradizione storiografica circa il primo trattato romano-cartaginese siglato nel 505 a.C. e ricordato da Polibio nelle sue Storie (Pol., Hist. 3, 22).

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