LA CRIPTA DEI PAPI E LA CRIPTA DI SANTA CECILIA NELLA CATACOMBA DI SAN CALLISTO

La prima impressione del visitatore che sta per scendere nelle catacombe di San Callisto, nonostante il paesaggio suggestivo ed il quadro gradevole che gli si presentano, è assai diversa da quella che aveva il Romano della fine dell'antichità o il pellegrino dell'Alto Medioevo che si recava in questi luoghi assai venerati del Cristianesimo. Oggi, al di sopra delle catacombe e attorno ai loro ingressi principali si succedono viali bordati da pioppi e campi coltivati. Lo spettacolo che si presentava al visitatore antico era quello di una rete di strade pavimentate in basalto lungo le quali si raggruppavano centinaia di mausolei di tutte le dimensioni, di tombe ancora curate, di altre totalmente abbandonate. Sempre lungo queste strade erano alcune basiliche che ospitavano le tombe di personaggi celebri: papi, martiri, membri della famiglia imperiale, senatori, consoli ecc. Queste basiliche erano a volte in superficie, ma molte di esse erano sotterranee, edificate nel cuore delle catacombe. In questi casi, come avviene ad esempio a San Callisto, nel settore più prestigioso attualmente aperto al pubblico, una scala di accesso permetteva di scendere per raccogliersi in preghiera sulle tombe venerate, mentre si usciva mediante un'altra scala, effettuando così un percorso che permetteva di passare e pregare davanti alle tombe di altri martiri.

Il nucleo più importante di tutto il percorso di visita - il più ricco di storia della Roma cristiana, ma anche di tutta la Chiesa universale - è senza dubbio costituito dalla "cripta dei papi" e da quella di Santa Cecilia. Al termine di una lunga scala si accede al cubicolo, a prima vista non spettacolare, ma che in realtà è il primo luogo di sepoltura collettivo dei vescovi di Roma. La scala che conduce alla cripta dei papi, malgrado importanti restauri, corrisponde a quella che venne creata nel IV secolo per raggiungere direttamente le tombe venerate del secondo livello. All'interno della cripta, sulle pareti, si distinguono ancora le tracce dei graffiti dei pellegrini originari spesso di lontane regioni europee, che invocavano in tal modo l'intercessione dei martiri. La cripta dei papi si poteva raggiungere quasi senza bisogno di illuminazione artificiale, dato che la galleria che nasce dalla scala e la cripta stessa prendevano luce direttamente dalla superficie per mezzo di due lucernari che si possono ancora osservare. L'ambiente ha la forma di una grande aula rettangolare sulle cui pareti lunghe sono stati ricavati 12 loculi e 4 nicchie, nelle quali dovevano essere collocati dei sarcofagi. Il lato corto di fronte all'ingresso ha una sola sepoltura, un loculo trasformato in età tarda in una tomba più monumentale ornata di marmi. L'aspetto attuale della cripta è frutto di trasformazioni legate al culto dei papi che vi sono sepolti, ma anche a restauri moderni che hanno tentato di rendere in parte l'aspetto originario. Le due colonne tortili di marmo che vi si possono ammirare, provviste di capitelli corinzi recuperati da un monumento di epoca classica abbandonato, dovevo sostenere un architrave dal quale pendevano lampade ad olio destinate ad integrare l'illuminazione del lucernario. Di fronte all'ingresso si trovano i resti della fondazione dell'altare ed è collocata l'iscrizione dedicata da Papa Damaso a questo santuario: è tra le più belle che egli abbia fatto incidere, un vero inno ai martiri qui sepolti.

Uno stretto passaggio a sinistra dell'altare dà accesso alla cripta di Santa Cecilia, ove si conservano i resti di pitture di epoche diverse dal V al IX secolo, purtroppo molto danneggiate. Anche questa cripta è illuminata da un grande lucernario le cui pareti erano state decorate con pitture sin dal V secolo. A sinistra entrando si osserverà in primo luogo il busto del Cristo, una pittura bizantina del IX secolo, ed una nicchia ove doveva trovarsi il sarcofago di Santa Cecilia, le cui reliquie furono trasferite nella chiesa di Trastevere, a lei dedicata, dal Papa Pasquale I (817 - 824). In questa nicchia è stata collocata la successiva statua marmorea, opera di Stefano Maderno, dopo l'apertura del reliquiario della chiesa di Trastevere avvenuta per volontà di Papa Clemente VIII, nel 1599. Le gallerie che si attraversano uscendo dalla cripta di Santa Cecilia presentano un'altezza spesso impressionante, dovuta ai successivi approfondimenti che esse hanno subìto con lo scopo di aumentare il numero di tombe presso le sepolture venerate.

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