ORIGINE E SVILUPPO DELLE CATACOMBE DI ROMA

Fuori delle mura, intorno ai monumenti e ai quartieri della città antica, si sviluppa una città sotterranea dei morti, articolata in parecchie decine di chilometri di gallerie nelle quali regna un'oscurità totale. Questi labirinti, oggi inestricabili salvo per pochi archeologi, hanno acceso nel corso dei secoli la fantasia popolare spesso alla ricerca di emozioni forti. Da qui sono nate anche leggende prive di fondamento sull'uso delle catacombe come rifugi dei primi cristiani perseguitati.

Sappiamo oggi che ciò era impossibile, in quanto al momento delle persecuzioni le catacombe erano ancora allo stato embrionale e le tombe cristiane si trovavano in mezzo alle tombe dei pagani; erano quindi note a tutti. Le varie testimonianze archeologiche conservate nelle catacombe, che si tratti di pitture, sculture, iscrizioni o semplici oggetti, ci danno una immagine spesso fedele della vita quotidiana, della religione popolare, dell'economia e dei rapporti sociali che esistevano nella città eterna dal terzo al nono secolo. Qui meglio ancora che nel centro della città, ove sui monumenti e sui quartieri del passato sono nate le costruzioni medievali o moderne, possiamo spesso vedere il riflesso di questa società antica, delle sue classi sociali nettamente differenziate, dei suoi collegi professionali che riunivano i membri di una stessa classe di lavoratori. Si tratta a volte di veri e propri quartieri sotterranei, che si presentano ai nostri occhi assai diversi gli uni dagli altri.

Le catacombe tuttavia, non sono delle realtà uniformi: le loro dimensioni sono estremamente varie. Così bisogna sempre distinguere le diverse tappe dello sviluppo: le prime sepolture sotterranee private del III secolo hanno soltanto pochi rapporti con le vaste catacombe, cimiteri ufficiali della Chiesa di Roma dal quarto al quinto secolo. Nonostante i notevoli progressi compiuti dall'archeologia cristiana a partire dalla metà della XIX secolo, alle catacombe continuano ad essere legati luoghi comuni senza alcun fondamento. Di fatto l'archeologia moderna, oltre ad aver dimostrato che le catacombe non furono mai rifugio di cristiani perseguitati, ha potuto stabilire come ogni catacomba costituisca un insieme autonomo e come vada pertanto scartata l'ipotesi di un reticolo continuo di gallerie unite tra loro che circondavano Roma o addirittura raggiungevano Ostia!

Molte sono le circostanze che hanno portato alla nascita delle grandi catacombe romane. Il costante aumento della popolazione di Roma valutata dagli studiosi che hanno tentato questi calcoli, tra i 500.000 e i 2 milioni di abitanti all'apogeo dell'impero, la sempre maggiore necessità di spazi per le sepolture a causa del progressivo abbandono del rituale della incinerazione in favore di quello della inumazione, la creazione alle porte della città di grandi ville rustiche al centro di tenute coltivate, nei luoghi ove prima si trovavano delle necropoli e infine, il fatto che già nel II secolo d.C. le tombe si erano sensibilmente allontanate dalla città. Così dunque, cristiani, pagani ed ebrei cominciano a sfruttare, all'inizio del III secolo, con una grande varietà di soluzioni originali, il sottosuolo di tombe o di aree funerarie vicino alla città, che avevano acquistato ho ricevuto in eredità, e spesso non più utilizzabili in superficie dal momento che tutti gli spazi disponibili erano stati occupati dai loro antenati o dai membri delle famiglie che avevano venduto loro una concessione.

Riduzioni e distruzioni delle salme erano inconcepibili per la mentalità romana, dato che le tombe avevano un carattere sacro. Anche se abbiamo la prova archeologica di ristrutturazioni di aree funerarie che comportava la distruzione di tombe, queste operazioni erano considerate illegali e severamente punite.

Per quanto riguarda questi primi ipogei, che di solito furono profondamente alterati dai rimaneggiamenti successivi, è spesso impossibile stabilire la religione dei primi proprietari e a volte addirittura il loro nome.

In età romana il culto dei morti si manifestava in particolare con banchetti organizzati in occasione dell'anniversario della morte, dato che i cristiani chiamarono Dies Natalis, considerandolo come quello della vera nascita, il giorno dell'ingresso nell'aldilà. Anche il defunto partecipava a tale banchetto: gli veniva dato del cibo e gli si serviva il vino o sulla tomba o all'interno di essa, quando questa possedeva delle condutture a tale scopo. Tale pratica, detta Refrigerium, ripresa dei cristiani, spiega anche la ragione che suggeriva di non costruire le tombe troppo lontano dalla città.

Oggi abbiamo l'abitudine di attribuire principalmente ai cristiani di Roma il fenomeno delle catacombe; ciò si giustifica in gran parte con il fatto che questo tipo di sepoltura, utilizzato sin dal III secolo, avrà l'ampiezza smisurata che conosciamo soltanto dopo l'editto di Costantino nel 313 d.C., cioè dal momento in cui la quasi totalità dei romani si è convertita alla religione cristiana. Conosciamo ancora molti ricchi ipogei privati pagani nel IV secolo, ma i pagani erano ormai divenuti una minoranza e solo la comunità ebraica può in un certo senso paragonarsi a quella cristiana per importanza numerica di questo tipo di necropoli. I primi sviluppi delle catacombe cristiane, quali noi oggi li conosciamo (il caso più celebre è quello di San Callisto), ci danno una precisa immagine della società romana cristiana del III secolo, della quale mancano altre testimonianze archeologiche.

Si tratta di reticoli sotterranei di gallerie piuttosto regolari di dimensioni ridotte, che possono ospitare al massimo alcune centinaia di sepolture. Vi si può osservare una notevole omogeneità ed una grande povertà delle sepolture; alcune tombe isolate (in generale si tratta di camere funerarie) sono decorate con pitture molto semplici. Le stesse tombe dei primi papi, sepolti nelle catacombe di San Callisto, rientrano in questa regola. La prima svolta importante nello sviluppo delle catacombe ha luogo, come si è detto, nel IV secolo, quando la conversione in massa dei romani, compresi quelli della classe dirigente, si unisce alla volontà di tutti di essere sepolti vicino ai martiri. I primi ipogei nei quali erano stati sepolti i martiri divengono proprietà della Chiesa, ove non lo fossero già, e tutti i romani di fede cristiana vi si fanno seppellire, provocando così lo sviluppo enorme dei cimiteri sotterranei dove si trovavano le tombe dei martiri più famosi. Nel corso del IV secolo vennero realizzate le sepolture più spettacolari e più ricche nelle catacombe: si tratta in particolare dei Cubicula, riccamente adornati di pitture, che riproducono nel banco tufaceo la pianta di elaborati monumenti funerari costruiti in superficie.

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