IL FORO DI CESARE ED IL TEMPIO DI VENERE GENITRICE AI FORI IMPERIALI

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La piazza del foro di Cesare è costruita sul modello architettonico dei portici greci con inserimento di un tempio al centro di uno dei suoi lati corti secondo la moda etrusco-italica. Il foro, a pianta rettangolare, era infatti circondato su tre lati da portici con negozi ed uffici, mentre al centro del quarto lato si ergeva il tempio di Venere Genitrice. A ridosso del tempio di Venere Genitrice esisteva un rilievo collinare che fu sbancato per la costruzione del foro di Traiano tra il 112 e il 113 d.C. questo intervento comportò importanti lavori anche nel foro di Cesare e la ricostruzione del tempio stesso.

In particolare, sul fianco occidentale del foro di Cesare, a ovest del tempio, fu costruito un edificio a due navate, la Basilica Argentaria, sulle cui pareti si leggono ancora numerosi graffiti. Sempre all'epoca di Traiano risale la grande latrina pubblica a pianta semicircolare, con ingresso dal Clivo Argentario. La demolizione del foro di Cesare per il recupero del materiale da costruzione fu avviata nei primi secoli del Medioevo: già nel X secolo infatti, la piazza era occupata da campi coltivati, vigneti e frutteti, con poche case ad un piano e dall'impianto molto semplice.

Al centro del lato settentrionale della piazza del foro di Cesare era inserito il tempio di Venere Genitrice, eretto da Giulio Cesare nel 46 a.C. per celebrare la mitica antenata della sua famiglia: la dea Venere. Il tempio, innalzato su un podio, era decorato sulla fronte da otto colonne scanalate in marmo bianco di Carrara. Esso divenne nel tempo un vero e proprio museo di sculture, dipinti e oggetti preziosi. La stessa statua di culto conservata nella cella e che raffigurava la dea Venere con un Amorino sulla spalla, era stata commissionata da Cesare allo scultore greco Arcesilao.

L'edificio fu completamente ricostruito da Traiano nel 113 d.C. nel quadro del più ampio intervento urbanistico legato alla realizzazione del suo foro. In questa fase l'interno della cella di culto fu ornato con un doppio colonnato a parete separato da un fregio con Amorini, un frammento del quale è esposto nel Museo dei fuori imperiali. Nel 283 d.C. un violentissimo incendio danneggiò gravemente il foro di Cesare e il tempio di Venere Genitrice, che fu restaurato pochi anni dopo, nel primo decennio del IV secolo: per sostenere il timpano l'antico colonnato fu tamponato con un muro molto spesso, al centro del quale si apriva un solo accesso. Del tempio rimangono oggi tre colonne rialzate con parte della trabeazione nel 1933.