RICERCHE ARCHEOLOGICHE E INDAGINI GEOLOGICHE AL LAGO DI BOLSENA

Nella nascita e nello sviluppo dell'archeologia subacquea centro-italiana ha giocato un ruolo fondamentale il lago di Bolsena. Le sue acque, infatti, prime in Europa, restituirono nel 1825 i resti di un giacimento archeologico in località Tempietto, mentre nel 1959, con la scoperta dell'abitato Villanoviano del Gran Carro, venne avviata per la prima volta l'indagine sistematica di un giacimento archeologico sommerso alle nostre latitudini.

Il successivo rapido sviluppo dell'archeologia subacquea ha notevolmente ampliato le nostre conoscenze sul popolamento dei laghi laziali nel corso della protostoria, andati quasi tutti soggetti a considerevoli aumenti di livello nel corso dei secoli, portando alla scoperta di vari abitati di riva nei laghi di Mezzano, Martignano, Bracciano ed Albano, relativi ad un periodo compreso tra il Neolitico (6000-3000 a.C.) e la prima età del ferro (IX secolo a.C.), con una particolare concentrazione del popolamento nel corso dell'età del bronzo (II millennio a.C.).

Grazie alle ricerche condotte da Alessandro Fioravanti, coadiuvato dalla équipe subacquea del Museo della Rocca Monaldeschi, con l'appoggio della motonave Vulcano attrezzata per questo tipo di indagini, nell'arco di pochi decenni sono stati scoperti intorno al Lago di Bolsena numerosi siti sommersi, interessati sia da emergenze di carattere geologico sia da presenze di carattere archeologico.

Sono state identificate anche strutture portuali costruite a tenaglia, con grosse pietre sovrapposte a secco, purtroppo ancora prive di elementi per una datazione attendibile, intorno alle acque del Monte Bisenzio e dell'isola Martana. Inoltre sono stati identificati i resti di strade perilacustri, probabilmente di epoca romana. Oltre ai resti sopra citati sono stati trovati anche manufatti che attestano l'antica navigazione sul lago: sia piroghe dell'età del bronzo sia un relitto di imbarcazione etrusca, naufragato in epoca arcaica presso l'isola Bisentina, forse per il peso eccessivo del materiale edilizio che trasportava.

Ad antiche attrezzature di pesca sembrano invece riferibili le ruote di pietra forate al centro, individuate in gran numero sui fondali presso il giacimento di Monte Senano e presso l'isola Martana.