IL PERCORSO DIDATTICO DEI FORI IMPERIALI PER LE SCUOLE - IN DETTAGLIO
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Il percorso con la guida per le scuole ai FORI IMPERIALI, da Piazza del Colosseo in direzione di Piazza Venezia, inizia dal Tempio di Venere e Roma, eretto dall'Imperatore Adriano nel 135 d.C. sulla collina della Velia, nel luogo dove in precedenza era il vestibolo della domus aurea di Nerone ed il colosso bronzeo, alto ben 34 metri, che lo rappresentava. Adriano, per liberare lo spazio destinato alla costruzione del tempio, fece distruggere il vestibolo della domus aurea e spostare il colosso in direzione dell'Anfiteatro Flavio, utilizzando allo scopo un tiro composto da 24 elefanti!
L'itinerario si snoda lungo Via dei Fori Imperiali, contestata realizzazione dell'epoca fascista, che da un lato ha provocato enormi danni nella conservazione del patrimonio archeologico di Roma, dall'altro però ci offre uno scenario estremamente suggestivo, permettendoci da una posizione privilegiata di abbracciare con lo sguardo, contemporaneamente, sia l'area del foro romano repubblicano (a sinistra) sia le nuove piazze di epoca imperiale (a destra).
Superato il Tempio di Venere e Roma di cui possiamo ancora ammirare i colonnati laterali, troviamo sulla nostra sinistra la parete esterna della Basilica di Massenzio e Costantino, la cui mole impressionante ci guarda dall'alto dei suoi 1700 anni di storia. Con la basilica confinava il primo foro imperiale che incontriamo, quello di Vespasiano, eretto tra il 70 ed il 75 d.C. con il bottino della guerra giudaica e le ricchezze provenienti dal saccheggio di Gerusalemme e del Tempio di Salomone. Nella grande piazza circondata da portici su tutti i lati, era una esedra di forma rettangolare che accoglieva la statua della dea Pax (tanto che il foro era chiamato in antico Forum Pacis) e due biblioteche ai lati dell'esedra, una delle quali esibiva su una parete la grande mappa di Roma, la Forma Urbis Severiana, fatta realizzare da Settimio Severo nel 209 d.C. Ancora oggi sulla parete che la sosteneva si possono osservare i numerosi fori che servivano ad alloggiare le grappe metalliche che sostenevano la pianta marmorea.
Dopo l'incrocio tra via Cavour e via dei Fori imperiali, commenteremo il Foro Transitorio o di Nerva, inaugurato nel 97 d.C. sotto questo imperatore, ma in realtà tutto costruito da Domiziano, tra l'81 e il 96 d.C. Si possono ancora vedere due colonne dei portici, ed un fregio raffigurante il mito di Aracne che osò sfidare Atena nell'arte della tessitura e per punizione fu trasformata in un ragno, costretta a tessere la sua tela per l'eternità.
Il foro di Nerva confina con il più antico di tutti, il foro di Augusto, inaugurato nel 2 a.C. dopo una lunghissima vicenda edilizia, che cominciò nel 29 a.C. con l'esproprio dei terreni privati da riluttanti proprietari. Il foro di Augusto, per più della metà sepolto sotto la strada moderna, accoglieva un tempio consacrato a Marte Ultore (Vendicatore), poiché Ottaviano Augusto, alla vigilia della resa dei conti con i cesaricidi Bruto e Cassio nella battaglia di Filippi, lo aveva promesso al dio della guerra in caso di vittoria.
Presso il tempio di Marte era un ambiente che accoglieva una statua colossale, alta 12 metri, raffigurante Augusto stesso nelle vesti di pontefice massimo, in atto di compiere una libagione con il capo coperto da un velo. Nei portici e nelle due esedre laterali erano numerose aule di tribunale, poiché è stato appurato che la funzione prevalente del foro di Augusto era proprio quella di accogliere i processi. Qui si svolgevano due ordini di processi, quelli tra cittadini romani e stranieri, in cui la competenza spettava al Praetor Peregrinus, e le cause tra cittadini romani, in cui la competenza spettava al Praetor Urbanus.
L'ultimo foro che visitiamo è quello di Traiano, anche questo eretto con un bottino di guerra: la campagna vittoriosa di Traiano contro i Daci (popolazione barbarica occupante l'odierna Romania) sottomessi tra il 103 ed il 106 d.C. Sotto Traiano l'Impero Romano raggiunse la sua massima espansione, il prestigio dell'imperatore soldato di origini spagnole divenne immenso, e per autocelebrare la sua figura, donò al popolo romano il vastissimo complesso costituito da una piazza destinata ad attività di mercato, un edificio a cinque navate (la Basilica Ulpia) riservato ad attività giudiziarie ed amministrative, i mercati addossati alle pendici del Quirinale, due biblioteche e la Colonna Onoraria, che nel 117 accolse le ceneri dell'imperatore in un'urna d'oro massiccio. Sulla colonna dal basso verso l'alto corre un bassorilievo che narra con grande precisione le varie fasi della campagna militare di Traiano in Dacia, che si concluse con la conquista della capitale Sarmizegetusa ed il suicidio del capo barbaro Decebalus, il quale, per non cadere vivo nelle mani dei Romani, preferì tagliarsi la gola! Il rilievo, attribuito (come del resto l'intero foro) al genio dell'architetto Apollodoro di Damasco, aveva lo scopo di narrare per immagini, ad un pubblico in gran parte analfabeta, le imprese vittoriose di Traiano in Dacia, contribuendo alla celebrazione della figura del grande condottiero.