IL TEMPIO DI GIUNONE MONETA SUL CAMPIDOGLIO

Tra i templi eretti sull'Arx, la vetta settentrionale del Campidoglio che aveva funzione di acropoli e sulla quale oggi sorge la chiesa di Santa Maria in Aracoeli, e dei quali non si è mai potuta fornire una completa ricostruzione poiché andarono completamente distrutti, le fonti descrivono soprattutto il tempio di Giunone Moneta. In epoca molto antica, già probabilmente prima della metà del IV secolo a.C., doveva esistere sull'Arx un'ara o comunque un luogo di culto, collegato al recinto sacro delle oche e ricordato anche da Plutarco nella sua versione dell'assedio gallico. È molto probabile che il ritrovamento di una antefissa arcaica a forma di testa femminile, rinvenuta nell'orto del convento dell'Aracoeli e custodita nei Musei Capitolini, sia da collegare proprio alla decorazione templare della fase più antica, ricordata dallo storico Plutarco. In seguito, nella zona dove sorgeva l'ara, venne costruito un grandioso tempio dedicato a Giunone, venerata con l'insolito appellativo di "Moneta", derivato dal latino monere, cioè ammonire.

Votato nel 345 a.C. da Lucio Furio Camillo durante la guerra contro gli Aurunci, il tempio fu però dedicato solo l'anno dopo e la ulteriore dedica di un altro tempio alla dea, in onore della quale era già stato innalzato il tempio di Giove Capitolino, dedicato alla triade capitolina e quindi anche a Giunone e Minerva, si spiega proprio attraverso l'appellativo di Moneta. La dedica si collega, infatti, ad un ammonimento fornito dalla dea ai Romani, che alcuni storici antichi collegano alla guerra contro Taranto nel 272 a.C. Più tardi, quando nel 269 a.C. anche a Roma venne introdotto l'uso del denarius argenteo, venne costruita accanto al tempio di Giunone Moneta la "officina moneta", ovvero la prima zecca di Roma, più che per un vero sentimento religioso verso la dea, in considerazione piuttosto della sicurezza ed imprendibilità del luogo. Il termine moneta che tuttora diamo il denaro deve dunque la sua nascita alla dea ammonitrice.

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