LA REGINA VIARUM

L'Appia era la Regina Viarum, la più famosa fra le strade romane. Cominciava a sud di Roma dalla porta Capena (oggi scomparsa), presso la curva del Circo Massimo. Negli intenti del fondatore, il censore Appio Claudio Cieco, che iniziò i lavori nel 312 a.C. e da cui la strada prese il nome, doveva congiungere Roma con Capua.

Successivamente fu prolungata fino a Benevento, poi, all'inizio del II sec. a.C., fu prolungata fino a Taranto e infine condotta fino a Brindisi. Al tempo di Traiano, nei primi anni del II sec. d.C., fu realizzata una strada alternativa, la via Appia Traiana, che da Benevento conduceva direttamente a Brindisi senza più passare per Taranto: il percorso totale di 365 miglia romane, pari a km 540, poteva essere compiuto in dodici giorni. Leggendari episodi e ricordi storici sono legati all'Appia e ai territori che questa attraversava: dal duello fra Orazi e Curiazi alla minacciosa marcia di Annibale che, nel 211 a.C., arrivò con 2000 cavalieri fino in vista della porta Capena; il funerale di Scipione l'Africano; dai ritorni dei generali trionfatori dalla conquista dell'Oriente fino all'arrivo a Roma di San Paolo prigioniero e alla fuga e ritorno di San Pietro.

In prossimità delle città che attraversava, ai lati si arricchiva di ville signorili e di sepolcri di ricchi personaggi, secondo un uso corrente. Specialmente alle porte di Roma il primo tratto della strada era una vera "via sepulcralis". Su entrambi i lati si succedevano interrottamente tombe e monumenti funebri di ogni tipo: a tumulo, a camera, a esedra, a tempietto, a piramide, che, ornati di statue, di rilievi, di iscrizioni e marmi pregiati, conferivano alla strada un aspetto solenne e suggestivo.

Ancora oggi il tratto più universalmente noto è quello visibile a Roma stessa e nelle sue immediate vicinanze. L'Appia, oggi costituita in Parco Archeologico Regionale, conserva realtà architettoniche molto suggestive come ad esempio nel primo tratto il Sepolcro degli Scipioni, mostrando anche il suo bellissimo basolato, la pavimentazione in grandi blocchi di pietra lavica che la contraddistingue.