I CAPOLAVORI DI CARAVAGGIO NELLA CAPPELLA CERASI A SANTA MARIA DEL POPOLO

La Cappella Cerasi, o dell'Assunta o dei Santi Pietro e Paolo, si trova a sinistra dell'altare maggiore nella basilica di Santa Maria del Popolo in Piazza del Popolo. È uno dei luoghi cardine per la conoscenza dei capolavori degli anni iniziali del Seicento Romano. Caravaggio ed Annibale Carracci, i due più innovativi pittori nella Roma di quel periodo, proprio qui si trovarono a confronto negli anni tra il 1600 ed il 1601. La cappella ha una spazialità particolare essendo stretta e profonda, ed è suddivisa in due ambienti assiali. L'ambiente all'entrata ha volta a vela dipinta con gli affreschi di Giovanni Battista Ricci, con i quattro Evangelisti, lo Spirito Santo e, nelle due lunette ai lati, i Dottori della Chiesa. L'ambiente interno ha sull'altare una pala di Annibale Carracci con l'Assunzione della Vergine, sulle pareti laterali si trovano i due capolavori del Caravaggio, la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo. Il soggetto dell'Assunzione nel dipinto del Carracci è collegato alla consacrazione alla Vergine della chiesa stessa, le tele del Caravaggio riprendono invece le tematiche fondamentali del Cristianesimo: il Martirio e la Conversione.

CAPPELLA CERASI, PARETE SINISTRA. Crocifissione di San Pietro. Olio su tela (1600-1601). Il dipinto che ammiriamo oggi è la seconda versione, che il Merisi realizzò ad olio su tela, dopo che la prima versione dipinta su tavola fu accantonata essendo state nel frattempo ridotte le dimensioni della cappella. Questa prima versione della Crocifissione non si è conservata, a differenza della Conversione.

Al centro, San Pietro viene issato sulla croce a testa in giù, per sua stessa volontà, non ritenendosi degno di morire come Cristo. Non c'è un rapporto gerarchico tra le figure: tutti sono protagonisti del martirio, ognuno con il suo ruolo, e tutti concorrono a generare una X tra le assi di legno della croce e i corpi dei carnefici. Lo sfondo non illuminato dalla luce mette in risalto i soggetti, evidenziando la drammaticità del momento, lo spasimo dei corpi, piegati dalla fatica e dal dolore, che sembrano fuoriuscire dalla loro dimensione spaziale assumendo una incredibile, realistica tridimensionalità.

La luce, elemento cardine delle opere di Caravaggio, investe in pieno la croce e il crocifisso, simboli della Chiesa, che nasce dal martirio di Pietro, eletto dal Cristo. Avvolge anche gli aguzzini, qui resi non come brutali carnefici, ma come comuni, incolpevoli operai, indaffarati nel loro faticoso lavoro quotidiano.

Oltre alla spettacolare illuminazione, va notata la calligrafica resa dei dettagli: le venature delle assi della croce, il piede sporco del soggetto chinato ed intento a spingere la croce con la schiena, le rughe sulla fronte dell'aguzzino di sinistra, addirittura il riflesso della luce sulle unghie di San Pietro.

CAPPELLA CERASI, PARETE DESTRA. Conversione di San Paolo. Olio su tela (1600-1601). Il quadro rappresenta il momento della conversione di Paolo (Atti, 26,12-18). A Saulo, persecutore dei Cristiani, sulla via di Damasco appare il Cristo in una luce accecante che gli chiede perché lo perseguita, e gli ordina di diventare suo seguace. La scena è dominata però non da Saulo, ma dal suo cavallo tenuto da un anziano palafreniere, mentre il santo è a terra, abbagliato dalla luce divina. Il Cristo è assente: ciò è perfettamente in linea sia con il programma iconografico imposto dal committente, sia con la realistica descrizione che il pittore ci offre del momento della conversione. Cristo infatti era già risorto quando San Paolo si converte, e rappresentarlo in contemporanea avrebbe significato andare contro il realismo a cui Caravaggio tendeva.

Saulo è raffigurato con gli occhi chiusi, accecato dalla luce divina ma anche dalla drammatica scoperta di ciò che era stato fino a quell'istante. Il dramma che si svolge nel suo animo culmina nel gesto di allargare le braccia, come segno di conversione e di definitiva accettazione della volontà divina.

Da una parte della critica il dipinto è stato ironicamente denominato la "Conversione del Cavallo". In effetti l'animale reclama gran parte della scena, mostrandoci però anche in questo caso il carattere rivoluzionario della pittura di Caravaggio. Il cavallo simboleggia l'irrazionalità e la natura non umana, ma bestiale, del peccato, mentre il vecchio palafreniere rappresenta la Ragione. La luce, simbolo della Grazia divina, dissolve la tenebra del peccato, ovvero il fondo nero del quadro, che oltre ad avere una funzione metaforica, garantisce maggior risalto ai personaggi i quali assumono una plastica volumetria irrompendo nello spazio del riguardante.

Per la visita gratuita dedicata ai gruppi scolastici alla Cappella Cerasi, con le opere del Caravaggio, puoi chiedere maggiori informazioni compilando il modulo sotto oppure scrivendo a inforomabella@virgilio.it.