LE FONDAZIONI DI COMMITTENZA PAPALE DEL IV SECOLO A ROMA E NEL SUBURBIO

Accanto alle grandi fondazioni imperiali, già dall'età costantiniana le fonti letterarie attestano nel suburbio di Roma la costruzione di edifici, sia subdiali che ipogei, più modesti, legati all'intervento di pontefici: gran parte di questi edifici è oggi difficilmente riconoscibile.

Nel sopraterra della catacomba di Priscilla sulla via Salaria Nova una basilica, definita Ecclesia Sancti Silvestri negli itinerari della prima metà del VII secolo, accolse probabilmente la tomba di Papa Silvestro, morto nel 335, che il più antico calendario della Chiesa di Roma, il Cronografo del 354, definisce sepolto "in Priscillae". L'anno seguente Papa Marco, con il sostegno economico di Costantino, fece costruire una basilica sulla via Ardeatina, dove gli stesso trovò sepoltura, da riconoscersi verosimilmente nella grande struttura circiforme recentemente messa in luce sull'Ardeatina, nei pressi del bivio del "Quo Vadis?".

A Papa Giulio si deve la fondazione di tre basiliche, in diverse zone del suburbio: una sull'Aurelia Vetus fu allestita nel sopraterra della catacomba di Calepodio, dove si trovava la tomba di Papa Callisto, cui la Chiesa venne dedicata. Una seconda, al terzo miglio della via Portuense, dove Giulio chiese di essere sepolto, è probabilmente da identificare con quella dedicata al martire Felice, indicata negli itinerari altomedievali nella località ad insalsatos, di cui si è recentemente ipotizzata l'ubicazione sulla collinetta di Vigna Pia. La terza, sulla via Flaminia, sorse in onore di San Valentino. Di tutte e tre ben poco si conosce: per l'edificio della via Flaminia è stata proposta una restituzione come piccolo edificio a navata unica, eretto sul sepolcro del martire scavato nel terreno, cui, nel VII secolo, si sarebbe sovrapposta la più grande basilica a tre navate rinvenuta alla fine del XVIII secolo in viale Pildudski.

E' soprattutto Papa Damaso (366-384), sostenuto dall'evergetismo dei suoi presbiteri nonché di ricchi esponenti della aristograzia laica, l'artefice della grande opera di monumentalizzazione delle tombe dei martiri, mediante interventi di ristrutturazione dei sepolcri e degli ambienti che li accoglievano, finalizzati a favorire il culto e la devozione dei martiri.

Nell'area della catacomba di Callisto, tra l'Appia e Ardeatina, Papa Damaso costruì certamente una basilica funeraria sub divo, in cui egli stesso venne sepolto insieme alla madre e alla sorella. La basilica, indicata da Liber Pontificalis e dagli itinerari altomedievali, non è stata ancora individuata precisamente.

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