IL TITULUS SANCTI QUATTUOR CORONATORUM AL CELIO: LA BASILICA DEI SANTI QUATTRO CORONATI E I SUOI TESORI D'ARTE

La basilica dei Santi Quattro Coronati è ubicata lungo il pendio nord del Celio, in una zona conosciuta nell'antichità come Caput Africae, all'interno della Regio II augustea "Caelimontium". Il quadro agiografico relativo al gruppo di quattro martiri che le diede la titolatura è ancora oggi di discussa interpretazione. A volte essi vengono presentati come ignoti soldati romani, appartenenti alla guardia personale di Diocleziano, detti Cornicularii, uccisi sul Celio per non aver accettato di sacrificare ad Esculapio; a volte invece vengono indicati come "artifices metallici" rifiutatisi di scolpire la statua di Esculapio richiesta da Diocleziano e perciò martirizzati "in comitatum" (tale espressione, interpretata di recente con il significato di "insieme", non sarebbe un toponimo come spesso proposto). A complicare la questione si aggiunge anche l'incertezza riguardo alla localizzazione originaria del loro culto: alcune fonti lo collocano vicino alla Ecclesia Helenae, nel cimitero dei Santi Marcellino e Pietro presso la Via Labicana, altre presso una "Ecclesia Sancti Quattuor Coronatorum". Chi siano storicamente i quattro martiri venerati e che rapporto esista tra le due tradizioni agiografiche è difficile da definire: in merito però al luogo primitivo della loro sepoltura e, pertanto, all'inizio del culto, si può supporre comunque un legame tra le due località, Via Labicana ed il Caelimontium.

La prima menzione della basilica è riportata al sinodo romano del 595, allorché un "Fortunatus presbyter tituli sanctorum quattuor Coronatorum" compare nella lista dei presbiteri partecipanti. L'ipotesi comune che vuole l'aula titolare dei Santi Quattro identificarsi con l'altro titolo celimontano, il Titulus Aemilianae, i cui presbiteri sottoscrivono il sinodo del 499 ma non quello del 595, è ancora oggetto di discussione. Il processo di trasformazione del toponimo per cui un edificio titolare riceve, per motivi a noi non noti, la denominazione di un altro vicino, non è in questo caso accettabile tout court a causa della mancanza di elementi archeologici.

I primi modesti interventi di rilievo cui venne sottoposta la basilica sono quelli relativi a Onorio I nella prima metà del VII secolo e Adriano I alla fine dell'VIII secolo. Importanti rifacimenti strutturali sono invece da attribuire a Papa Leone IV nel IX secolo, il quale "in splendidiorem pulchrioremque statum perduxit a fundamentis". In seguito al devastante incendio appiccato dalle orde normanne nel 1084, che causò alla basilica danni gravissimi, papa Pasquale II nel 1116 "ecclesiam a fundamentis refecit atque consacravit".

E' sostanzialmente quest'ultimo impianto basilicale di epoca romanica che ancora oggi si può ammirare: un edificio a pianta longitudinale absidata, scandito da tre navate, con matronei e cripta semianulare. Al XIII secolo risalgono invece la costruzione del chiostro e quella della cappella di San Silvestro decorata con suggestivi cicli pittorici ispirati agli Acta Silvestri.

Indagini moderne, condotte a più riprese sulle strutture murarie della basilica, hanno tentato di rintracciare nelle fasi costruttive visibili i dati offerti dalle fonti documentarie, senza però giungere a conclusioni concordanti. Per alcuni studiosi, infatti, la costruzione della basilica sarebbe da attribuire interamente ai lavori di Leone IV e ai successivi rifacimenti di Pasquale II; altri, in maniera decisamente più convincente, ritengono di avere individuato i resti di un edificio ben più antico, del IV secolo, in una ampia aula absidata pertinente ad una delle domus patrizie esistenti sul Celio. Questo primitivo spazio fu ampliato in età carolingia sotto Leone IV, che realizzò una grande costruzione a tre navate, di cui la navata centrale andò ad occupare interamente proprio l'ambiente del IV secolo, sfruttandone l'abside e i muri longitudinali. Alla stessa fase costruttiva vanno inoltre attribuite la costruzione della cripta semianulare, ove giacevano le spoglie dei quattro martiri, quelle delle tre cappelle di Santa Barbara, San Sisto e San Nicola, e probabilmente la costruzione di un vasto spazio porticato. Tale organizzazione degli ambienti rimase inalterata fino all'incendio del 1084, dopo il quale Pasquale II ricostruì dalle fondamenta la chiesa. Dopo un primo intervento di restauro interrotto probabilmente per mancanza di fondi, lo schema planimetrico originario venne ridotto al punto tale che la chiesa a tre navate si inserì tutta all'interno della sezione ovest della sola navata centrale. Le parti restanti della antica basilica leonina vennero invece inglobate nelle strutture del monastero istituito dallo stesso Pasquale II (che dal 1138 divenne un priorato dell'abbazia benedettina di S. Croce di Sassovivo presso Foligno) la cui austera e imponente struttura ancora oggi domina la collina del Celio.

Ulteriori restauri furono finanziati nel XV secolo dal Cardinale Carillo dopo l'esilio avignonese, quando il complesso fu elevato a sede pontificia da Martino V. Con il trasferimento della sede pontificia in Vaticano, l'importanza del complesso diminuì notevolmente. Nel 1564 fu affidato alle monache di clausura Agostiniane ed adibito ad orfanotrofio, trasformando tutti gli ambienti che si affacciano sul chiostro in dormitori per le orfane. È ancora oggi un convento di clausura delle suore Agostiniane.

Gli elementi più interessanti dal punto di vista storico-artistico del complesso dei Santi Quattro sono l'oratorio di San Silvestro, decorato da importanti affreschi duecenteschi in stile bizantineggiante con "Storie di papa Silvestro e dell'imperatore Costantino I", derivate dalla tradizione degli Acta Silvestri, e il ciclo pittorico dell'Aula Gotica, fondamentale testimonianza dell'arte gotica a Roma per il quale è stato proposto il nome di Jacopo Torriti. Negli affreschi dell'aula gotica compaiono figure umane che si delineano su un brillante sfondo blu realizzato in azzurrite e che simboleggiano i dodici mesi; al di sopra dei mesi sono raffigurate le Arti, nei costoloni della volta le quattro stagioni e sulla vela i segni zodiacali, oggi in parte perduti.

Per informazioni ulteriori sulla visita guidata dedicata alle scuole nel complesso dei Santi Quattro Coronati al Celio, comprendente l'Oratorio di San Silvestro e l'Aula Gotica, inviare una mail a romabella@visite-guidate-roma.com, oppure compilare il form sotto. Gli ingressi SONO TUTTI GRATUITI per insegnanti e alunni.