L'ARCHITETTURA ESTERNA DEL COLOSSEO

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L'Anfiteatro Flavio o Colosseo era un imponente edificio pubblico per spettacoli, costruito per volontà degli imperatori della dinastia Flavia: Vespasiano (69-79 d.C.), Tito (79-81 d.C.), Domiziano (81-96 d.C.), ed inaugurato nell'80 d.C.

La struttura, che poggia su una fondazione anulare profonda 14 m, fu realizzata in blocchi di travertino (strutture portanti e parete dell'attico), blocchi di tufo (setti radiali e sotterranei) e mattoni. Il prospetto esterno si conserva interamente solo sul lato settentrionale, verso il colle Oppio, dove il monumento raggiunge un'altezza di circa 50 m. Il lato meridionale, invece, danneggiato dai terremoti nei secoli V e VI d. C., fu smantellato a partire dal VI secolo per recuperare i materiali: il suo ingombro è percepibile attraverso lastre di travertino moderne, inserite nella pavimentazione attuale della piazza a suggerire la presenza dei pilastri scomparsi e l'originario limite del monumento.

Quattro ordini architettonici sovrapposti scandivano l'esterno: i primi tre articolati in 80 arcate con semi colonne, a partire dal basso, doriche, ioniche e corinzie; il quarto costituito da un muro di blocchi, suddiviso da lesene in riquadri alternativamente pieni e con finestre. Sono ancora ben visibili, nell'attico, le mensole a sostegno delle travi di legno inserite in aperture corrispondenti della cornice sovrastante. le travi erano funzionali all'ancoraggio di una struttura mobile in legno e tessuto detta Velarium, utile per riparare il pubblico dal sole. L'edificio ha pianta ellittica. Al primo ordine sono 80 arcate di accesso, di cui 76 numerate, destinate agli spettatori, e 4 poste all'estremità degli assi principali, riservate all'imperatore, alle autorità politiche e religiose e ai protagonisti degli spettacoli. L'anfiteatro conteneva tra i 40.000 e i 55.000 mila spettatori muniti di una tessera sulla quale erano indicati il numero dell'ingresso e il posto assegnato sulle gradinate interne: 29 numeri sono ancora visibili incisi sulle arcate del lato nord. Gli spettacoli erano gratuiti, ma il pubblico prendeva posto secondo una rigorosa divisione basata sul ceto sociale. Per questo ogni spettatore accedeva al proprio settore attraverso percorsi obbligati.

All'esterno dell'anfiteatro era un'area di rispetto pedonale larga circa 17 m, pavimentata in blocchi di travertino e delimitata da cippi nello stesso materiale. La pavimentazione in travertino si conserva in alcuni punti: due porzioni, e parte della contigua strada basolata, sono visibili lungo il versante orientale; cinque cippi sono ancora nella posizione originaria, collocati a distanze regolari lungo il perimetro dell'area di rispetto, infissi direttamente nel terreno senza fondazioni. L'inclinazione degli esemplari conservati in direzione del monumento è dovuta alla spinta esercitata dagli interri retrostanti formatisi in età post-antica. I cippi separavano la via pubblica dallo spazio pedonale e svolgevano funzione di barriera per contenere la folla che sia accalcava in prossimità delle entrate. Sono infatti tuttora visibili quattro fori, uno sulla sommità e tre sul lato verso il monumento, utili all'ancoraggio di due catene o sbarre orizzontali che collegavano il cippo successivo tramite una barra verticale intermedia infissa nel lastricato di travertino della platea, come mostrano i fori di alloggiamento ancora esistenti.

In assenza di spettacoli, l'anfiteatro era chiuso da una duplice fila di cancelli inseriti tra le arcate del primo ordine. L'area pedonale fu scoperta nel 1895, durante lavori di sterro effettuati intorno all'anfiteatro. Dopo gli scavi il piano pavimentale esterno al Colosseo risulto' a quota più alta rispetto al lastricato originale; l'accentuato dislivello tra la valle e la soprastante viabilità fu colmato attraverso la creazione di terrapieni erbosi rinsaldati nel 1908 da muri di contenimento. Negli anni '30 del XX secolo la valle fu ricoperta da un piano di asfalto funzionale al traffico veicolare.

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