I CUBICOLI DEI SACRAMENTI NELLE CATACOMBE DI SAN CALLISTO

L'attrazione principale della visita alle catacombe di San Callisto, dopo i centri di culto che abbiamo attraversato, è costituita dai cubicoli detti "dei sacramenti".

Si tratta di 6 piccole camere funerarie, allineate lungo la parete di un'antica galleria, nelle quali si può ammirare una decorazione dipinta tra le più antiche di tutta la Roma cristiana, attribuita alla prima metà del III secolo. Si tratta di pitture di una grande semplicità, che costituivano un messaggio di chiara eloquenza e di immediatezza, anche per i fedeli meno istruiti. Questa decorazione delle tombe cristiane, dovunque essa si trovi e qualunque sia il livello intellettuale ed economico dei defunti, ha in generale uno stretto rapporto con la speranza nella salvezza nell'aldilà, che si rivela nell'uso di scene bibliche tratte dal vecchio e dal nuovo testamento.

Nel primo cubicolo che si incontra durante la visita si può osservare la presentazione del miracolo della sorgente (Mosè batte la roccia dalla quale sgorga l'acqua), quella della resurrezione di Lazzaro, e poi il ciclo di Giona, spesso rappresentato solo in parte, ma il cui sviluppo completo comprende: Giona gettato in mare da una nave dai marinai, Giona inghiottito dalla balena, Giona rigettato dalla balena, Giona in riposo sotto la pergola e, più raramente, il risveglio di Giona corrucciato. Vi è poi una scena finale di banchetto funebre.

Nel secondo cubicolo si possono vedere il riposo di Giona sotto la pergola ed un'altra scena di banchetto. Nel terzo è la raffigurazione del buon pastore, il ciclo di Giona, due fossores al lavoro (i fossores assicuravano l'escavazione delle catacombe e la loro manutenzione), degli oranti (rappresentazione di defunti in preghiera) tra due pecore. Gli alberi e la vegetazione in generale, come alcuni animali, sono di solito associati al concetto di paradiso e di salvezza nell'aldilà.

Il repertorio dipinto del terzo cubicolo comprende il buon pastore, il miracolo della sorgente di Mosè, un pescatore che ha appena preso un pesce, il battesimo di Cristo ad opera di San Giovanni Battista con, nella parte alta, l'apparizione della colomba che rappresenta lo Spirito Santo. Sulla parete di fondo si può notare una piccola tavola a tre piedi, sulla quale sono un pesce ed un pane che un personaggio sta toccando: si tratta forse della moltiplicazione dei pani e dei pesci. A destra vediamo un orante, quindi una scena di banchetto, con pani e pesci, poi la rappresentazione del Sacrificio di Isacco, che Abramo si appresta a compiere prima dell'intervento divino. Nella parte superiore delle pareti si può seguire di nuovo il ciclo di Giona.

Nel penultimo cubicolo di questa galleria si possono vedere ancora il buon pastore, al centro della volta, e due scene del ciclo di Giona: Giona rigettato dal mostro marino, il riposo di Giona sotto la pergola. Sulla parete di fronte all'ingresso è raffigurata una tavola a tre piedi attorno alla quale si trovano sette ceste di pane, una evidente allusione alla evangelica moltiplicazione dei pani. Vi si può ancora osservare una scena di battesimo e la rappresentazione del paralitico guarito dal Cristo che si allontana col proprio lettino sulle spalle. Sulla parete di destra vediamo la resurrezione di Lazzaro, un pescatore che ha appena ritirato la lenza, il miracolo della sorgente di Mosè, un banchetto intorno ad una tavola sulla quale sono dei piatti con pesci. Le pitture del sesto cubicolo che si trova ai piedi della scala, di fatto il più antico, sono scomparse.

Tra i sarcofagi in marmo che si possono ammirare nel corso della visita il più importante è quello originariamente destinato ad un bambino. Anche qui le scene bibliche sono in rapporto con il tema della salvezza nel aldilà: sul coperchio, a sinistra, Noè nell'arca tende le mani alla colomba in volo verso di lui; sulla fronte del sarcofago, da sinistra a destra, Daniele nella fossa dei leoni, nudo e salvo (alla sua sinistra, il profeta Abacuc gli offre un pane), un defunto orante tra due santi che lo proteggono per la salvezza dell'anima, quindi la scena del miracolo di Cana: il Cristo tocca con la verga i vasi colmi di acqua che si trasforma in vino.

L'ultima scena a destra rappresenta la resurrezione di Lazzaro: il Cristo tocca con la verga la tomba di Lazzaro che appare ancora sotto forma di mummia; la sorella di lui, Maria, è prostrata ai piedi del Cristo.

Per la visita gratuita alle catacombe di San Callisto per le scuole, richiedere informazioni compilando il modulo sotto, oppure inviare una mail a inforomabella@virgilio.it.