IL MUSEO DELLE NAVI ROMANE DI FIUMICINO


APPUNTAMENTO: SABATO 6 MAGGIO 2023, H 10, ALL'INGRESSO DEL MUSEO; DURATA 1 H E 30'. PRENOTAZIONE: OBBLIGATORIA VIA WHATSAPP dott.ssa Vittoria Morandi Tarabella cell. 3396798106, chiamando il n. tel. 0661661527 (attivo tutti i giorni h 8-20) o mail a: inforomabella@virgilio.it

Il Museo delle Navi Romane di Fiumicino fu concepito negli anni Sessanta per ospitare al suo interno i relitti di alcune imbarcazioni di epoca romana rinvenute durante i lavori per la costruzione dell'Aeroporto "Leonardo da Vinci". Le imbarcazioni furono riportate alla luce tra la fine degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Sessanta in un'area un tempo occupata dal Porto di Claudio, quest'ultimo realizzato tra il 42 e il 64 d.C. per venire incontro all'aumento del traffico marittimo e all'insabbiamento dello scalo di Ostia. La prima imbarcazione che venne alla luce nel 1958 fu ribattezzata "Fiumicino 2" , seguita poi da altre tre tra il 1959 e il 1961 ribattezzate "Fiumicino 1", "Fiumicino 3" e "Fiumicino 5". Negli anni a seguire, infine, vennero alla luce resti delle fiancate di altre imbarcazioni, le "Fiumicino 6" e le "Fiumicino 7". L'ultimo scafo venuto alla luce è stato il cd "Fiumicino 4", un piccolo veliero destinato al trasporto commerciale lungo la costa. Un ulteriore relitto, denominato "Fiumicino 8", non venne scavato a causa del pessimo stato di conservazione. 

In un primo momento le strutture lignee delle imbarcazioni a contatto con gli agenti atmosferici andarono incontro a un forte degrado. Le navi furono coperte con delle stuoie, dei teloni e della sabbia ma successivamente si decise, sotto la supervisione dell'ingegner Otello Testaguzza e dell'archeologa Valnea Santa Maria Scrinari, di costruire una struttura ad hoc, una sorta di hangar, che potesse ospitare le imbarcazioni e gli altri resti archeologici venuti alla luce. La costruzione venne realizzata nel luogo del ritrovamento. Dopo gli opportuni lavori di restauro che interessarono le imbarcazioni l'hangar fu trasformato in museo e aperto al pubblico nel 1979. L'edificio, in seguito, si rivelò non conforme alle nuove disposizioni normative, per questo motivo fu chiuso. Sarà riaperto solo nell'ottobre 2021. 

Le particolari condizioni ambientali hanno permesso che delle navi si conservassero le strutture del fondo (chiglia e carena) che, impregnate di acqua, furono poi sigillate da depositi di limo e sabbia. Le imbarcazioni furono rinvenute in prossimità del molo settentrionale del porto di Claudio, un settore dove le navi vecchie o malridotte venivano abbandonate. Il percorso espositivo all'interno del museo ovviamente ruota intorno ai cinque relitti completi recuperati durante gli scavi. La prima che si incontra entrando nel museo è la cd "barca del pescatore", una navis vivara, imbarcazione utilizzata per la pesca con all'interno un acquario per mantenere vivo il pescato. La barca aveva inoltre dei fori nella parte inferiore per consentire il ricambio di acqua che venivano chiusi con tappi di pino. Il museo ospita poi tre navi caudicarie, imbarcazioni fluvio-marittime destinate al trasporto lungo il Tevere e le cui dimensioni erano variabili a secondo della quantità di merci che potevano trasportare. Quelle di Fiumicino potevano portare circa 30, 50 e 70 tonnellate. Il materiale utilizzato per la costruzione di queste imbarcazioni è il legno di quercia per la chiglia e il fasciame di poppa e prua, il pino per le tavole centrali. La poppa di queste navi era molto alta e ricurva, la prua slanciata. Sopra l'albero maestro era collocata una carrucola per l'alaggio, il traino della nave a riva che, in genere, veniva fatto con l'ausilio di animali, soprattutto buoi. L'albero poteva avere anche una vela trapezoidale, utile per la navigazione di prossimità, nel porto e lungo la costa tra Ostia e Portus. Le navi caudicarie avevano un'ampia stiva dove venivano caricare le merci scaricate dalle navi onerarie che giungevano a Portus da vari luoghi del Mediterraneo. I proprietari di queste navi, i caudicarii o navicularii, gestivano il trasporto fluviale ed erano organizzati in corporazioni.

Per consentire l'alaggio delle caudicarie, lungo il Tevere vi erano una serie di approdi per le soste. La distanza da Portus a Roma era di 35 km e le navi giungevano in città dopo circa 3 giorni. Vi è poi la cosiddetta Fiumicino 4, un'imbarcazione per il trasporto marittimo lungo la costa. Lo scafo, in ottimo scafo di conservazione, è quanto rimane di un veliero le cui dimensioni erano di 10 x 2.8 m e la cui portata si aggirava sulle 3.8 tonnellate. Tutte le navi di Fiumicino sono state costruite con la tecnica detta " guscio portante": il fasciame era collegato alla chiglia per primo mentre le ordinate, che costituivano l'ossatura lignea interna, erano inserite nello scafo solo in un secondo momento. A completare la collezione ci sono i frammenti di sarcofagi, mosaici policromi e riproduzioni in scala delle imbarcazioni.

INGRESSO GRATIS. La visita guidata del museo delle navi romane di Fiumicino è gratis per i soci di Roma Bella. La tessera di iscrizione costa 15 euro, vale 12 mesi, si può fare anche sul posto, consente di aderire a un numero illimitato di iniziative culturali gratis con la nostra associazione.

(testi e foto: cortesia dott. Luca di Cocco)