IL COLOSSEO E L'ARCO DI COSTANTINO, MONUMENTI SIMBOLO DI ROMA

Recita un vecchio detto che Roma durerà fino a quando durerà il Colosseo; ma con la sua rovina cadrà il mondo intero.

L'Anfiteatro Flavio per la maestosità e la grandezza delle strutture architettoniche e per l'accumulo di sanguinose memorie, è divenuto ben presto, dopo aver cessato la funzione ludica, il simbolo e l'archetipo visibile di Roma, il suo monumento per eccellenza.

Gli imperatori del Sacro Romano Impero lo posero nei propri sigilli; Dante non lo dimenticò nell'immaginare i gironi infernali; Cellini e altri iniziati all'esoterismo lo visitavano nottetempo desiderando evocare spiriti e diavoli; santi e uomini di vera fede lo elessero a memoria del sangue dei martiri; San Leonardo di Porto Maurizio vi promosse la prima Via Crucis, che ancora oggi il papa celebra il Venerdì Santo.

Chi, visitando Roma, tralascia il Colosseo e non invia un selfie ad un amico con il Colosseo sullo sfondo? Eppure il Colosseo è la prova concreta che la elevata civiltà romana perpetuò in sé una macchia indelebile: lo spettacolo della morte, i combattimenti cruenti fra gladiatori e le stragi degli animali.

Gli uomini più prestanti catturati in guerra o comprati al mercato degli schiavi si affrontavano in armi davanti ai cittadini, uomini e donne, giovani e vecchi, patrizi e plebei che urlavano come i moderni tifosi di una partita di calcio e attendevano di vedere la lama di una spada aprire le carni, il sangue schizzare abbondante e l'uomo cadere fra le risa e gli applausi; impaziente il pubblico gongolava nel contemplare i condannati a morte sbranati dalle belve affamate o dilaniati dagli orsi, oppure precipitati, nelle vesti di Icaro, da altissimi trampolini.

Tragica tradizione, di origini arcaiche e funerarie, ma indegna di un mondo che aspirava a perdurare in eterno.

Ad accrescere la suggestione del luogo si ergeva per ben 34 metri la colossale statua di Nerone in bronzo dorato, di cui sopravvive oggi solo il basamento, tra l'altro non in versione originale ma in una ricostruzione moderna.

Accanto al Colosseo svetta maestoso, imponente, carico di storia, l'Arco di Costantino, segno tangibile della affermazione di Cristo e della sua Croce, ringraziamento per la salvezza eterna da parte del mondo pagano, eretto dal Senato e dal Popolo Romano per onorare l'imperatore amico dei Cristiani.

Accanto all'arco è l'impronta e la memoria di tutta l'indifferenza di noi moderni verso i tesori dell'antico: la firma della generazione tra le due guerre, che non si fece scrupolo di distruggere dalle fondamenta l'unica grande fontana romana (altezza originaria: 17 metri!) sopravvissuta in tutta Europa: la Meta Sudans!

FOTOGRAFIA DELLA META SUDANS PRIMA DELLA DEMOLIZIONE AVVENUTA NEL 1933