IL TITULUS IULII ET CALIXTI E L'ATTUALE BASILICA DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE

La basilica di Santa Maria in Trastevere è uno dei più antichi edifici di tipo titolare della città di Roma. La sua fondazione risale alla metà del IV secolo, quando Papa Giulio I costruì una basilica "trans Tiberim" molto probabilmente presso un'importante memoria del pontefice Callisto, martire del III secolo. A Trastevere esisteva un forte ricordo di Callisto, ma, allo stato attuale degli studi, è difficile determinare a che cosa corrispondesse questa memoria, se ad un edificio ecclesiastico o ad una casa privata, e quanto essa fosse distante dalla basilica di Giulio I.

Anche dell'edificio tardo antico mancano dati archeologici sicuri, che permettano una ricostruzione del suo aspetto primitivo, pur se recenti scavi sotto l'odierna cappella Altemps hanno rivelato parte delle murature antiche ed è stato riconosciuto un probabile tratto dell'abside originaria. L'analisi delle fonti letterarie, comunque, non lascia dubbi sull'esistenza in questo luogo di un edificio di culto ascrivibile al IV secolo, che nel secolo successivo ebbe una nuova dedicazione durante il pontificato di Celestino I.

Negli atti dei sinodi romani del 499 e del 595 compaiono rispettivamente le firme di tre presbiteri titolari e di un presbitero Tituli Sancti Iulii et Calixti. Alla fine del VI secolo, dunque, compare per la prima volta il nome di Callisto nella denominazione della Chiesa. Nella seconda metà dell'VIII secolo, Papa Adriano I restaurò completamente l'edificio e lo dedico alla Vergine. Tale nuova dedicazione si potrebbe spiegare con la presenza nella suddetta chiesa della tavola della Vergine della Clemenza, datata al VI secolo e che secondo l'Andaloro sarebbe l'archetipo della tavola con la Vergine recentemente rinvenuta nella chiesa di Santa Susanna.

Importanti modifiche furono apportate nella prima metà del IX secolo da Papa Gregorio IV, che rialzò il livello dell'abside, orientata verso ovest, per ricavare una cripta in cui trasferire i corpi dei santi Callisto, Cornelio e Calepodio, sistemati precedentemente in meridiana plaga ecclesiae, alle spalle del popolo. Sostituì, inoltre, il vecchio altare collocato a metà della navata centrale, quindi nello spazio destinato alla comunità cristiana, con un nuovo santuario elevato sopra la cripta e reso accessibile da scale. In seguito, Papa Gregorio donò alla chiesa un presepe simile a quello conservato in Santa Maria maggiore, decorò l'abside e costruì un monastero per il clero addetto al culto. Si susseguirono, poi, diversi interventi di restauro fino alla completa ricostruzione dell'edificio effettuata, nella prima metà del XII secolo, da Papa Innocenzo II con cui la chiesa assunse l'aspetto che ancora oggi conserva nelle sue linee essenziali.

Duranti lavori effettuati dall'architetto Vespignani alla fine del XIX secolo vennero individuate, sotto il pavimento della chiesa, diverse strutture murarie, precedenti alla basilica medievale, che furono riportate sulla pianta, priva però, di una simbologia e di qualsiasi annotazione. È possibile quindi formulare soltanto delle ipotesi, che aspettano di essere convalidate da indagini archeologiche, circa l'appartenenza delle strutture murarie rinvenute alla fase paleocristiana o alto-medievale dell'edificio.

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