LA STANZA DELLA SEGNATURA (1508 - 1511)
A dispetto del divario culturale e politico fra Alessandro VI Borgia e Giulio II Della Rovere, la Stanza della Segnatura ricalca almeno in parte un percorso che è già in parte nelle Stanze Borgia, ovvero la riflessione sul rapporto tra Religione e Intelletto, rappresentato dalla conoscenza diretta del pensiero filosofico greco, filtrato attraverso la speculazione neoplatonica di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola.
A questo tema si aggiunge il suo complemento naturale, ovvero la meditazione sulla bellezza e sull'arte come mezzo per arrivare alla Verità e a Dio. Raffaello seppe interpretare queste urgenze spirituali e tradurle in figura regalando al mondo capolavori come la Disputa del Sacramento (1508-1509), che è la contemplazione del Mistero Eucaristico e quindi dell'Incarnazione come mezzo di Salvezza e Verità; la Scuola di Atene (1509), che è la sintesi del pensiero filosofico occidentale, con le due figure di Aristotele e Platone al centro che indicano con il gesto delle mani verso il basso e verso l'alto, ovvero la riflessione sulla aristotelica centralità dell'Uomo nell'Universo e sulla trascendenza del platonico Mondo delle Idee; e il Parnaso (1511), che non solo vede le Muse attorno ad Apollo Musico, dio della bellezza e dell'arte, ma accoglie la presenza in contemporanea di letterati e poeti antichi e moderni come Omero (che ha il volto del Laocoonte da poco scoperto) e Dante Alighieri, in un divenire storico-artistico e culturale ininterrotto.
Questo rapporto con la contemporaneità, infatti, torna anche negli altri affreschi a cominciare dalla Scuola di Atene dove Raffaello, secondo la tradizione, raffigura (tra gli altri) Bramante come Euclide, Leonardo come Platone ed Eraclito con i tratti di Michelangelo Buonarroti. Quest'ultimo fu aggiunto sulla scala dopo il 1510, quando il Buonarroti scoprì la prima parte della volta della Cappella Sistina.
Tutto questo per dire che il pensiero rinascimentale e quello dell'antichità si erano pienamente ritrovati. Un incontro, però, avvenuto nella luce nuova del Cristianesimo, intorno all'Ostia, pane di Salvezza. Anche qui, accanto agli Apostoli e ai Padri della Chiesa come Sant'Agostino, troviamo Tommaso D'Aquino, Dante e Papa Sisto IV Della Rovere. Questo continuo doppio registro fra laico e religioso emerge dalle scene dipinte nel 1511 ai lati della finestra della parete sud: Gregorio IX approva le Decretali Canoniche (diritto ecclesiastico) e Triboniano consegna a Giustiniano le Pandette (diritto civile).
In alto, al di sopra di quest'ultima scena, si trova la lunetta con le allegorie della Prudenza, Fortezza e Temperanza, chiaro invito a non sbilanciarsi né da una parte né dall'altra. Sulla volta Raffaello dipinge il Giudizio di Re Salomone e le allegorie delle Arti e delle Scienze (Teologia, Filosofia, Giustizia, Poesia) oltre a due scene di "superbia" nei confronti della Divinità: il biblico Peccato Originale e il mitologico Apollo e Marsia che ha voluto sfidare la Legge Divina dell'armonia del creato, un parallelo importante perché legittima il mito greco come prefigurazione ed anticipazione della Rivelazione cristiana.
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